Eredità Agnelli, parla Margherita. La minaccia al figlio John Elkann: «Se vinco, il suo posto è a rischio»
Dopo che John Elkann è stato indagato a Torino dopo un esposto della madre, Margherita Agnelli, per possibili irregolarità fiscali, a parlare ora è proprio la secondogenita dell’Avvocato. E lo fa per mezzo di una lettera che il suo avvocato Dario Trevisan ha inviato all’Ansa. In cui mette in chiaro la situazione che riguarda controllo della Dicembre, cassaforte della famiglia: «Se vinco le cause civili, divento socia e posso ottenere giudizialmente che venga revocato dalla sua carica di amministratore. Un amministratore di società, se condannato per reati fiscali, può essere interdetto. E John è indagato a Torino proprio per quello…».
Il controllo «blindato»
Le parole di Trevisan arrivano dopo che John ha accusato Margherita Agnelli di «violenze fisiche e psicologiche». E dopo l’intervista dell’agenzia a Jennifer Clark, autrice de L’ultima dinastia. La saga della famiglia Agnelli da Giovanni a John (Solferino). In cui la giornalista americana ha dichiarato che il controllo della Dicembre (società che controlla Exor e quindi Stellantis, Ferrari e Juventus) «sia blindato grazie a un atto notarile, firmato allo studio Grande Stevens il 24 marzo 1999, in cui si legge: “Qualora il signor Giovanni Agnelli mancasse o per qualsiasi ragione fosse impedito, l’amministrazione nella sua identica posizione con gli stessi poteri e prerogative sarà assunta dal signor John Philip Elkann”». Ma a detta dell’avvocato Trevisan, che parla a nome della sua assistita, non c’è niente di vero.
La risposta
«Le uniche informazioni sugli asseriti fatti modificativi riguardanti la Dicembre sono rinvenibili solo da quanto rendicontato – sulla base di mere fotocopie – al Registro delle Imprese di Torino da parte della società (ovvero dal suo amministratore unico John Elkann e dal notaio Remo Morone, con il concorso degli altri due asseriti soci Lapo e Ginevra Elkann), mediante iscrizioni effettuate solo nel 2021, ovvero 22 anni dopo quella presunta modifica. Semmai la fotocopia dell’atto del 24 marzo 1999 risultasse conforme all’originale, sarebbe comunque una semplice scrittura privata, priva di autenticazione. Non “un atto notarile”», ha dichiarato il legale.
Un posto a rischio
Inoltre, sembrerebbe non esserci alcun controllo «blindato»: «Se Margherita Agnelli in de Pahlen vedesse accogliere le proprie domande nei contenziosi civili, potrebbe acquisire la maggioranza delle quote della Dicembre». A quel punto ad essere a rischio sarebbe piuttosto il posto di suo figlio John: «L’amministratore di una società di persone – quale è la Dicembre – può essere revocato dalla propria carica per “giusta causa”. Nel caso, ciascun socio può ottenere giudizialmente la revoca dell’amministratore». Non finisce qui. «Se un amministratore di società semplice viene condannato per i reati fiscali, può ricevere anche l’interdizione dall’esercizio di tale attività per un periodo che va da 6 mesi a 3 anni, con cessazione immediata dalla carica e conseguente nomina di un nuovo amministratore».
L’inchiesta
E questo si riaggancia ai grattacapi che Elkann deve affrontare con riferimento all’inchiesta della Procura di Torino. Secondo l’accusa il presidente di Stellantis insieme al commercialista torinese Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e Robert Von Groueningen, amministratore dell’eredità di Marella Agnelli per incarico dell’autorità giudiziaria svizzera, si sarebbero accordati per dichiarare la residenza in Svizzera della nonna allo scopo di non pagare l’Irpef in Italia. «L’accertamento della residenza effettiva in Italia assume rilievo centrale – conclude Trevisan a nome di Margherita Agnelli – Una circostanza oggetto di accertamento in sede civile per l’accoglimento delle domande di Margherita Agnelli in de Pahlen, con possibile conseguente modifica degli assetti proprietari della Dicembre».