Geolier fa centro, Tananai e Annalisa di plastica, la poesia di Colapesce e Dimartino – Le nostre recensioni delle uscite della settimana

Laila Al Habash – Long Story Short

Una bomba di EP, ricco e prezioso, pregno di una visione molto femminile, sensuale, ironica. Laila Al Habash non delude le aspettative di chi la segue ormai da tempo e ne conosce il talento. Potremmo anche serenamente dire che dal suo esordio ad oggi non ha mai sbagliato una proposta, spesso si è addirittura superata. Questo EP per esempio, che è davvero, letteralmente, una Long Story Short, è stato anticipato da Sottobraccio, che è uno dei brani più azzeccati in assoluto di questa stagione musicale che volge al termine. Una canzone che non smetteresti mai di ascoltare, che ci riporta al grande cantautorato femminile degli anni Ottanta, quello mitologico alla Viola Valentino per intenderci. Però il disco si apre con Giura, che invece sa molto di quell’R&B anni Novanta. E poi ci sono Non ti voglio più e Cartagine, che invece sono brani decisamente più votati al puro pop contemporaneo, fresco e travolgente. In generale ascoltare questi quattro pezzi e mezzo (il lavoro viene chiuso da un intrigante libero sfogo musicale) è un piacere assoluto, senza eccezioni, impossibile sfuggire a questo fascinoso groove, a questa voce così diretta ed intensa. Se chi va in televisione deve bucare lo schermo, chi fa musica deve bucare le casse, deve possedere una sbrilluccicanza del tutto particolare, un carisma innato che aiuti a far passare il messaggio. Laila Al Habash in questo non la batte nessuno. Ma proprio nessuno. Brava.