Geolier fa centro, Tananai e Annalisa di plastica, la poesia di Colapesce e Dimartino – Le nostre recensioni delle uscite della settimana

Geolier – Dio lo sa

Ciò che da fuori, superficialmente, maldestramente, viene definito cafone, provinciale, roba buona per le casse strapompate di macchine truccate che turbano le vetrate della nostra borghesia galoppante – pensiero assurdo che però si è drammaticamente concretizzato lo scorso febbraio a Sanremo – in realtà rappresenta uno slancio di classe, di raffinatezza. Di più, di internazionalità del tutto inedita per il mercato italiano. Geolier è Geolier perché fa quello che gli altri non fanno, stiracchia nella sua musica un gusto per il suono che non ha bisogno delle didascalie di un testo chiaro, nitido, in italiano, patriottico. Anzi, è proprio la lingua italiana, infinitamente più debole se si parla di metrica rap, a risultare stonata, ben poco cool, quando interviene. Questo terzo disco di Geolier è una perla rap di quelle destinate a rimanere, che è un evento eccezionale nel mercato discografico moderno dove non resta mai praticamente nulla. Di certo è un passo avanti rispetto al precedente, il già ottimo Il coraggio dei bambini, che appariva decisamente più ammiccante e meno impegnato. Geolier riesce a piegare con assoluta scioltezza il proprio potenziale mainstream fino a creare un irresistibile corto circuito con tematiche profondamente intime. E altro non vuole che anticiparci con questo titolo, Dio lo sa – che si tratta di una confessione – l’incapacità, pur orbitando in un circolo esponenzialmente artefatto come quello della discografia, di non essere del tutto onesto. Infatti tra hit assolute (Io t’o giur’ feat. Sfera Ebbasta, Una come te, 357 feat. Guè), esercizi di stile entusiasmanti (Nu parl, nu sent, nu vec, 6 Milioni di euro fa) e brani di pancia, intestini (Per sempre, Finché non si muore), il tema che viene sviluppato è sempre la crescita. Non intesa come maturazione ma come autentica presa di coscienza: ciò che era e ciò che è, dove voleva arrivare e dove è arrivato, come era fatto il suo mondo e com’è adesso. Forse parliamo del più autentico Geolier mai sentito, certamente il più centrato. Dio lo sa mette un punto definitivo su tanti fenomeni musicali che non valgono più di un quarto d’ora da fenomeni, nel rap in generale e anche in quello napoletano, che anche grazie a Geolier oggi può ridefinire la propria superiorità, il proprio futurismo, la propria eternità. Scandita da un intento, romantico, duro, intrigante, antico, fascinoso, che non tradisce mai se stesso. Ecco, di questa visione, della vita e dell’arte, Geolier è oggi il narratore più moderno e più credibile. Dio lo sa. Ora lo sappiamo pure noi.