In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
AnnalisaColapesce e DimartinoGeolierMusicaSuoni e VisioniTananai

Geolier fa centro, Tananai e Annalisa di plastica, la poesia di Colapesce e Dimartino – Le nostre recensioni delle uscite della settimana

09 Giugno 2024 - 09:13 Gabriele Fazio

Piero Pelù – Deserti

Quando un gigante assoluto, totale, del nostro panorama musicale, come lo è certamente Piero Pelù, torna con un nuovo progetto, l’ennesimo di una carriera meravigliosa, non si può di certo chiedere che rievochi la musica prodotta trent’anni prima, che suoni in quel modo lì, che stuzzichi le stesse corde, che solletichi la nostra vena più folle e rock. Perché nel frattempo Piero Pelù è invecchiato, il mondo è invecchiato, noi siamo invecchiati e anche il rock è invecchiato. In Deserti non troverete Istambul, Lacio Drom, Proibito, Gioconda, Tex, né nessuno dei classici del suo repertorio. A parte una nuova versione unplugged de Il mio nome è mai più, in occasione dei 25 anni dalla pubblicazione, che però non consideriamo esattamente un classico del repertorio di Piero Pelù/Litfiba. Però Picasso, Tutto e subito (composta con il supporto dei Fast Animals and Slow Kids) e Baby Gang (qui al lavoro con i Calibro 35), oltre a divertirci, mostrano un’evidente voglia di rimanerci rock, per quanto è possibile e sensato esserlo oggi, di non adattarsi al trend, di non proporre al proprio pubblico niente che non sia perlomeno sincero. Nonostante la penna non sia più affilata come una volta: ma d’altra parte, come si fa ad andare oltre certi suoi capolavori assoluti? L’unica nemica di miti di tale portata è la storia che sono riusciti a costruire, che lascia un segno sulla nostra memoria, sulla nostra formazione musicale, così netto che poi tutti, nessuno escluso, sono costretti ad inseguirsi senza – nella stragrande maggioranza dei casi – riuscire mai a raggiungersi. Questo per dire che Deserti sarebbe un buon disco se fosse firmato da un ventenne. Firmato Piero Pelù invece ci risulta temperato, più che altro ti fa venire voglia di mettere su Desaparecido o El Diablo o Terremoto o Spirito o Mondi sommersi e piangere un pò pensando ad un mondo, non solo ad un artista, che com’era allora, fisiologicamente, purtroppo, non tornerà mai più. Ma ciò non toglie il bene e l’ammirazione che sentiamo nei confronti di Pelù: infatti Deserti magari non sarà molto streammato ma sarà certamente amato come si deve.