Europee, l’accusa di Marino e la smentita del Comune: cosa è successo alle schede di Roma e perché ci sono ritardi? – Il video

Circolano video di scatoloni elettorali incustoditi in un padiglione. Fonti dell’amministrazione comunale, a Open, dicono che si tratta «solo di materiale di risulta»

Roma, anno 2024. Le sezioni elettorali allestite nella capitale di Italia, così come quelle delle altre città, si apprestano a registrare gli esiti del voto europeo. Gli uffici del Viminale attendono i dati per caricarli sulla piattaforma Eligendo. Sono le 23 di domenica 9 giugno. Qualcosa, però, non funziona. A Roma, la città più popolosa del Paese, gli scrutini sembrano essersi bloccati. Le maratone televisive devono proseguire senza le evidenze capitoline. E così sarà per ore. Solo nella tarda mattinata del 10 giugno la matassa sembra sciogliersi e le preferenze dei romani iniziano a confluire nei risultati generali. Cos’è accaduto? Il primo a segnalare delle irregolarità è l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che, in queste Europee, è stato eletto nelle file di Alleanza verdi e sinistra.


L’accusa di Marino

Marino denuncia in una nota: «Sono molto preoccupato per lo spoglio delle schede della città di Roma che ancora non sono state scrutinate. Dalle notizie arrivate sembra che sia entrato in tilt il sistema informatico introdotto per queste elezioni. È un fatto molto grave di cui le autorità preposte devono rendere conto. In ogni caso mi sto recando alla Fiera di Roma per verificare di persona quanto sta accadendo, dove da quanto mi risulta il Campidoglio sta allestendo un centro di raccolta e spoglio manuale delle schede». L’esponente di Alleanza verdi sinistra fa riferimento alla Fiera di Roma perché è lì che il Comune ha deciso di convogliare le schede per lo spoglio. Tra la rabbia dei presidenti di seggio, costretti agli straordinari.


La spiegazione del Comune

L’amministrazione capitolina schiera 60 dipendenti alla Fiera di Roma per svolgere le operazioni. Intanto iniziano a circolare sulle chat di Whatsapp dei video di scatoloni elettorali incustoditi nei padiglioni. Qualcuno grida allo scandalo. A onor del vero, diverse volte a Roma si è assistito a una gestione poco sicura delle schede. Tuttavia, questa narrazione viene smentita a Open da fonti del Comune. Dicono che si tratta «solo di materiale di risulta» e non di schede, le quali non sono mai state perse di vista sia durante il trasferimento sia una volta arrivate in Fiera. Inoltre, quando il sindaco Roberto Gualtieri ha saputo che c’erano solo 60 dipendenti dislocati in Fiera e che l’elaborazione degli esiti stava ancora tardando, avrebbe ordinato di spostarne altri 100. Nel pomeriggio del 10 giugno, dunque, stanno lavorando allo spoglio 160 dipendenti capitolini.

Software mai testato?

«Questa notte c’è stato un fatto imprevedibile, un bug del sistema digitale di Roma Capitale dove si immettevano i dati elettorali. Abbiamo concentrato tutte le schede alla Fiera per poterle immetterle subito dopo aver superato il blocco del sistema», spiega in un video Andrea Catarci, assessore alle Politiche del personale del Comune. Pare che Roma si sia avvalsa, in questa tornata, di un nuovo software per la registrazione degli esiti elettorali. «Un software comprato quest’anno», raccontano a Open, realizzato da una società esterna. Marino, che ha fatto divampare la polemica, fa notare che, probabilmente, «il sistema informatico è stato usato dalla capitale d’Italia senza prima svolgere un collaudo».

Necessario il riconteggio

Catarci, a pomeriggio inoltrato, dirama una seconda nota in cui ammette la necessità di procedere con il riconteggio, delegandolo alle autorità giudiziarie: «Ci sono 78 verbali con dati manifestamente incongruenti che pertanto sono stati chiusi a 0 e che poi saranno oggetto di riconteggio da parte dell’autorità giudiziaria». L’assessore sottolinea che «si è avviato l’inserimento delle preferenze con le prime 690 sezioni elettorali: si stanno utilizzando tutte le postazioni comprese quelle aggiuntive e si punta a concludere nel più celere tempo possibile. Smentisco che ci sia alcuna attività di scrutinio in corso né scrutini manuali, bensì si procede a immissioni di dati presi dall’apposita modulistica redatta ai seggi». Una buona notizia, dicono gli analisti, per il candidato pacifista del Partito democratico Marco Tarquinio. L’ex direttore di Avvenire, infatti, viene considerato molto forte a Roma, per la presenza delle comunità religiose che lo sostengono.

In copertina: video di spiegazione di Andrea Catarci, assessore alle Politiche del personale del Comune

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