La Francia sotto shock dopo il voto Ue: «20 giorni per salvare la democrazia». Così Bardella può diventare primo ministro prima delle Olimpiadi

I giornali di centrosinistra infuriati per l’azzardo di Macron: «Ha sdoganato l’ultradestra, ora non c’è più tempo». Anche il premier Attal avrebbe tentato di dissuaderlo

È il giorno del risveglio più traumatico, per la Francia. Meglio: per due terzi della Francia. Perché l’altro terzo è invece in estasi per la performance del Rassemblement national – il partito di estrema destra fondato da Jean-Marie Le Pen che la figlia Marine ha fatto di tutto per sdoganare, cambiandogli nome (era Front national) e smussando gli angoli più acuti del programma politico, a partire dalla richiesta di uscire dall’Unione europea. Quel 31,5% di voti, che s’unisce al 5,3% di Reconquete (Eric Zemmour), è stato una sberla in faccia all’Eliseo. Emmanuel Macron ha reagito come spesso ama fare: con un vero e proprio coup de théatre. S’è presentato in video all’ora di cena e ha annunciato lo scioglimento anticipato del Parlamento. Si tornerà al voto per il Parlamento nazionale, dunque, e in tempi strettissimi: il 30 giugno il primo turno, il 7 luglio il secondo. Una scommessa, un azzardo da poker, scrivono i giornali francesi stamattina. Perché quella «maggioranza chiara» che Macron ora chiede ai francesi di esprimere dovrebbe essere diversa da quella che hanno appena indicato di volere? Domande già irrilevanti, perché in gioco ora – scrive Le Monde nell’editoriale del day after – c’è «niente meno che il futuro della nostra democrazia, così come il volto che vorremo presentare ai nostri alleati e partner europei, con un continente colpito dalla guerra e un mondo in stato di catastrofe climatica». Che il confronto ultimativo con l’estrema destra dovesse arrivare lo si sapeva da tempo. Quel che è cambiato nello spazio di una notte è l’arco temporale: «Il peggio andrà evitato in tre settimane, non più in tre anni. Venti giorni per impedire all’estrema destra di arrivare al potere in Francia», proclama preoccupato il primo quotidiano francese. Mentre Libération addossa le colpe del trionfo dell’RN proprio su Macron, reo di aver legittimato la destra radicale di Bardella, «in ogni caso contribuito alla sua banalizzazione, installandolo come solo e unico avversario».


L’azzardo di Macron, il sogno di Bardella

Chi non sembra avere timore dei tempi strettissimi per il nuovo voto è proprio l’RN, ora con il vento in poppa. Tempo di risvegliarsi dopo la sbornia del trionfo Ue e il partito già indica il prossimo obiettivo. «Jordan Bardella sarà il nostro candidato primo ministro», fa sapere il il vicepresidente del partito Sébastien Chenu in radio. Precisando che l’RN correrà in beata solitudine alla ricerca di una storica affermazione: «non si alleerà con altri partiti, ma proporrà una piattaforma elettorale che si rivolgerà a tutti, al di là dei partiti politici». Il rischio – per altri il sogno – a questo punto palpabile è quello di avere un primo ministro di estrema destra – Bardella secondo le indicazioni – al potere come primo ministro già di qui a un mese, subito prima dell’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024, che si aprono a fine luglio. La scommessa azzardatissima, scrive ancora Libération, sembra essere per Macron quella di tentare di screditare il Rassemblement national non più da fuori, ma da dentro i palazzi del potere: «mostrare, prima delle prossime presidenziali del 2027, l’impotenza dell’RN nel risolvere i problemi dei francesi». Nella speranza che alla “vera” prova dei fatti, tra poco meno di tre anni, il consenso dell’ultradestra si sarà sgonfiato e a succedere Macron sarà invece, magari, un suo delfino. Forse proprio quel Gabriel Attal che il capo dell’Eliseo ha voluto solo pochi mesi fa alla guida del governo per tentare di contrastare l’avanzata dell’RN. E che secondo Bfmtv ieri sera nell’«ora più grave» avrebbe tentato di dissuadere Macron dall’intento di sciogliere il Parlamento, offrendo piuttosto le sue, di dimissioni. Offerta rispedita al mittente, nell’ultimo drammatico azzardo del leader francese.


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