Europee, Ilaria Salis eletta e l’ipotesi immunità parlamentare: cosa succede adesso alla candidata di Avs

La 39enne potrebbe beneficiare dell’immunità parlamentare, ma il video su cui fa leva Budapest potrebbe rivelarsi problematico

Si è rivelata vincente la candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee 2024: la 39enne agli arresti domiciliari in un appartamento in Ungheria, è stata eletta europarlamentare, suscitando l’esultanza del leader di partito, Nicola Fratoianni, durante il comitato elettorale di Avs a Roma. «Se eletta lei deve uscire dai domiciliari», assicura il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli. Ora, però, non vi sono certezze sul destino dell’ex insegnante, attualmente sotto processo in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti a Budapest. Tuttavia, un’ipotesi avvalorata è che possa beneficiare dell’immunità parlamentare europea una volta confermata la sua elezione. La legge europea stabilisce che i membri dell’Eurocamera godono di specifiche protezioni legali per la durata delle sessioni parlamentari. In particolare, tali protezioni comprendono l’esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario, sia nel proprio paese che in altri Stati membri dell’Unione.


L’immunità

Questa immunità, però, non rappresenta un’assoluzione delle accuse a carico di Salis. Il giudice ungherese potrebbe, infatti, richiedere al Parlamento europeo di avviare la procedura per la revoca dell’immunità, aprendo così un possibile contenzioso tra Budapest e l’istituzione europea. A questo proposito, c’è un dettaglio non irrilevante: l’immunità non può essere applicata in caso di flagranza di reato. E nel caso Salis, la corte ungherese sostiene di avere un video che dimostrerebbe la colpevolezza della 39enne. In tal caso, la questione dovrebbe essere valutata da una commissione parlamentare europea, che deciderà se il video rappresenta effettivamente una prova di flagranza di reato.


I prossimi passaggi per la formazione del Parlamento

Dopo la chiusura delle urne nei 27 Paesi europei, la nuova legislatura a Bruxelles seguirà un calendario ben definito. In prima battuta, iniziano i negoziati per formare i gruppi politici, necessari per la prima sessione plenaria del Parlamento europeo. Ogni gruppo deve avere almeno 23 deputati eletti in almeno sette Stati membri. I gruppi devono comunicare al Presidente del Parlamento europeo il loro nome, dichiarazione politica e composizione entro il 15 luglio. Dal 16 al 19 luglio si terrà poi la prima sessione plenaria a Strasburgo, dove i deputati eleggeranno il presidente, 14 vicepresidenti e 5 questori del Parlamento. Verrà votata anche la composizione numerica delle commissioni permanenti e delle sottocommissioni. Dopo la costituzione del Parlamento, i deputati eleggeranno il presidente della Commissione europea, che succederà a Ursula von der Leyen.

L’elezione

L’elezione potrebbe avvenire durante la sessione plenaria di luglio o quella successiva di settembre. Il candidato proposto dal Consiglio europeo deve presentare il suo programma politico e ottenere la maggioranza dei deputati (361 su 720). Se non ottiene la maggioranza, un nuovo candidato dovrà essere proposto. Il Consiglio europeo nominerà poi anche i commissari designati, ciascuno con un portafoglio specifico. E le commissioni del Parlamento esamineranno i commissari in audizioni pubbliche. Ogni commissario terrà un discorso di apertura di 15 minuti e risponderà alle domande per tre ore. Le commissioni devono completare la valutazione entro 24 ore dall’audizione e trasmettere i risultati alla Conferenza dei presidenti di commissione. Il presidente della Commissione presenta poi la sua squadra e le priorità politiche in una sessione plenaria, dove i deputati voteranno per approvare il nuovo collegio dei commissari per un mandato di cinque anni.

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