Il primo giorno da numero 1 del tennis di Jannik Sinner: «Alcaraz? Penso ancora a quella sconfitta»

Il racconto dell’azzurro al Corriere: «La sera in cui Djokovic si è ritirato dal Roland Garros, garantendomi il primato, ho riunito il team: voi dovete sempre dirmi la verità, ho detto, perché è l’onestà che mi ha portato ad accettare dei momenti difficili»

«Più che al numero uno del mondo sto ancora pensando alla partita con Alcaraz in semifinale a Parigi. Domenica ho visto un po’ della finale, e ho fatto un po’ fatica perché comunque mi sarebbe piaciuto di più essere lì. Sto ancora metabolizzando: adesso mi interessa questo. Il trofeo di numero uno mi piace ma purtroppo domenica non sono riuscito ad essere nel posto dove averi voluto stare. Parigi». C’è un po’ di amarezza nelle parole di Jannik Sinner, nel suo primo giorno ufficiale da numero uno al ranking mondiale del tennis. La sconfitta con Alcaraz al Roland Garros, spiega: «È una grande lezione per me: mi fa capire dove devo lavorare e dove devo migliorare. Nulla di drammatico. Oggi mi godo il trofeo da numero uno del ranking». Dei suoi predecessori, spiega in un’intervista al Corriere della Sera, c’è uno in particolare a cui si ispira: «Ogni numero uno è molto speciale, se devo sceglierne uno dico Roger Federer. Sono cresciuto quando lui giocava, l’ho guardato tanto, mi è sempre piaciuto il suo essere stiloso fuori e dentro il campo. Il mio numero uno dei numeri uno è Federer». E tra i sportivi in generale? «Io che sciavo tanto – aggiunge – adoravo Alberto Tomba. Ma anche Valentino Rossi è stato di grande impatto per me. Gli riconosco di aver fatto crescere molto il loro sport, e questo deve diventare anche il mio obiettivo nel tennis: siamo cinque italiani nei primi 50 del mondo, che è un numero enorme, ma io vorrei far diventare il tennis ancora più grande. Ci sforziamo di avere ottimi risultati, l’avete appena visto al Roland Garros. Una finale Slam in Australia, una semifinale a Parigi: posso essere soddisfatto».


Sinner e quando Djokovic si ritirò

«Ora – aggiunge l’altoatesino al Corriere – è interessante vedere quanto a lungo riesco a rimanere numero uno, verificare come mi comporto ad Halle, il prossimo appuntamento, poi c’è Wimbledon e sono curioso di scoprire come giocherò a Londra. L’anno scorso sull’erba ho fatto una fatica incredibile, già il primo torneo sul verde mi dirà molto. Poi ci saranno altri obiettivi, quelli non mancano mai». «La responsabilità l’ho sempre sentita. Quella da numero uno – sottolinea – è diversa ma il peso lo conosco e l’ho sempre sopportato e gestito. Io continuerò a fare ciò che ho fatto fino a ora: chiedere alle persone che mi stanno intorno di essere molto oneste con me. La sera del giorno in cui Djokovic si è ritirato dal Roland Garros, garantendomi il primato, ho riunito il team: voi dovete sempre dirmi la verità, ho detto, perché è l’onestà che mi ha portato ad accettare dei momenti difficili. Ha fatto in modo che io accettassi delle cose che non andavano. E mi è servita a fare un passo in più».


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