La Santanché per evitare il crac dice addio a casa, ufficio e palestra. Girata al tribunale di Milano la palazzina di tre piani in cui lei viveva
Daniela Santanché ha destinato alla procedura del tribunale per la composizione negoziata della crisi Visibilia (che consente di evitare il fallimento e relativa bancarotta) la palazzina su tre livelli non distante da piazzale Baracca a Milano in cui lei stessa abita e dove su un livello c’è anche il suo ufficio personale intestato a una delle sue società, l’Immobiliare Dani oltre alla palestra privata. L’atto di «destinazione per fini meritevoli di tutela» è stato stipulato il 29 maggio scorso nello studio del notaio milanese Giuseppe Trimarchi e poi è stato corretto il 6 giugno scorso per diventare efficace.
Se non si trovano altri fondi per 10 anni la palazzina sarà vendibile a chiunque
Casa e ufficio della Santanché sono stati destinati a liberare Visibilia da un debito di 6,39 milioni di euro con il gruppo Prelios, ma la cessione alla procedura è avvenuta con alcune clausole: casa e ufficio del ministro del Turismo per 10 anni fino al 2023 avranno come vincolo di destinazione la procedura con i creditori di Visibilia ma potranno essere venduti «con l’espressa previsione che il relativo prezzo fino alla concorrenza di euro 5,7 milioni debba essere versato dalla parte acquirente su apposito conto corrente intestato al notaio ricevente l’atto» che girerà poi la somma alla procedura.
Una abitazione-ufficio di 596 metri quadrati con tanto di palestra e vasca idromassaggio
La palazzina di cui si priva la Santanché per non rischiare la bancarotta fraudolenta del suo gruppo è composta dalla abitazione privata di 12 vani su 296 metri quadrati, divisa fra il primo e il secondo piano. La parte ufficio di cui risulta proprietaria l’Immobiliare Dani è invece un pizzico più piccola: 9 vani per un totale di 246 metri quadrati, divisa fra due locali e servizio al piano rialzato e tre locali più archivio e accessori nel seminterrato. Cedute anche le parti comuni fra casa e ufficio che vengono elencate nell’atto: un cortile, un giardino, un vano scala e alcuni locali ad uso fitness con vasca (idromassaggio), servizi ed accessori per un totale di 54 metri quadrati. La casa-ufficio-palestra dell’attuale ministra del Turismo si stendeva dunque su un totale di 596 metri quadrati più cortile e giardino.
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