Europee, così i due milioni di voti in meno del M5s mettono a rischio Giuseppe Conte
Cinque punti percentuali e – soprattutto – due milioni di voti in meno. Il risultato del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte alle elezioni europee 2024 mette a rischio il leader. E apre a un possibile avvicendamento con una donna: Virginia Raggi o Chiara Appendino, le due sindache che vinsero a Roma e persero la corsa per la riconferma. Ma intanto tra i grillini si discute della possibilità di abolire il limite dei due mandati e anche la regola secondo cui i candidati devono essere scelti con un voto online. E c’è chi sussurra che sarebbe nell’aria anche l’ipotesi di cambiare nome al partito. Intanto Beppe Grillo sceglie il gioco del silenzio. Non commenta i risultati e attende che il presidente M5s faccia la sua mossa. Parla invece Davide Casaleggio e chiede proprio le dimissioni di Conte.
La sconfitta
L’analisi della sconfitta del M5s alle elezioni europee è tutta nella differenza tra due numeri: due anni fa aveva portato a casa 4,3 milioni di voti e nel week end ne ha presi 2,3 milioni. Frutto di un crollo circostanziato nel Meridione, tradizionale serbatoio di voti del Movimento. Dovuto al passaggio di voti a Pd e Avs e all’astensionismo, che ha sensibilmente peggiorato la situazione dei grillini. Secondo Repubblica tra i parlamentari c’è aria di contestazione soprattutto riguardo le candidature: tutte scelte con la regola dei due mandati, hanno mantenuto lontani molti volti nuovi che invece avrebbero potuto attrarre voti alle urne. E in tanti cominciano a chiedersi se il risultato non sia «l’occasione buona per un cambio al vertice». In ballo ci sono i nomi di Raggi e Appendino, ma anche quello di Alessandro Di Battista.
I rimedi
Tra i critici c’è anche Danilo Toninelli: «Il M5S non è più un partito rivoluzionario. Grillo faceva sognare, Conte è un tecnico, bisogna avere il coraggio di dire che è una brava persona ma i tecnici non hanno capacità di emozionare». Secondo Davide Casaleggio Conte «dovrebbe mettere a disposizione il proprio ruolo». Il Corriere della Sera fa invece sapere che tra i rimedi immaginati tra i grillini c’è anche l’ipotesi di cambiare nome e temi. Un restyling che assomiglia a un rebranding, già accarezzato qualche tempo fa e poi accantonato. Per salvarsi l’ex Avvocato del Popolo ha in mente di puntare sulla cancellazione del terzo mandato. Ovvero la mossa che riaprirebbe alla candidabilità di Raggi e Appendino.
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