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Venice Declaration for Ocean Literacy in Action, cosa c’è nel documento sottoscritto dall’UNESCO-COI per educare all’oceano

in collaborazione con Gruppo Prada

Il testo è stato finalizzato nella Ocean Literacy World Conference organizzata dal Gruppo Prada in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) dell’UNESCO

Alla notizia della sottoscrizione, un applauso scrosciante ha riempito la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, storico palazzo affacciato sul Canal Grande. I dieci punti della Venice Declaration for Ocean Literacy in Action sono stati letti da alcuni degli esperti e dei delegati internazionali che al documento hanno lavorato durante la due giorni di evento della Ocean Literacy World Conference, organizzata dal Gruppo Prada in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) dell’UNESCO nell’ambito del progetto SEA BEYOND, iniziativa nata nel 2019 per promuovere l’educazione all’oceano nelle nuove generazioni. 

«Un’ondata di azioni per l’educazione all’oceano»

Il documento collettivo racchiude in dieci punti raccomandazioni per riequilibrare la relazione tra oceano ed esseri umani, con interventi in ambito sociale, scolastico, politico, amministrativo, ed economico. Nella fase finale dei lavori, esperti da ogni parte del mondo si sono riuniti per analizzare ogni dettaglio della dichiarazione e le sue possibili implicazioni, punto per punto. Ciascun contributo ha aggiunto sfumature di significato per fare sì che il testo tenesse conto di un ampio ventaglio di possibilità e sfide da affrontare in presente e in futuro. 

I prossimi passi

L’educazione all’oceano rientra da tempo tra gli obiettivi delle Nazioni Unite. A mancare, fino ad oggi, è stata una definizione ampia, precisa e dettagliata, che viene fornita dalla dichiarazione di Venezia. Il concetto va oltre l’istruzione scolastica, nonostante anche questa sia presente, indicando una cultura e una consapevolezza dell’importanza dell’oceano nella nostra vita e dell’impatto positivo e negativo delle nostre azioni su di esso. Questa deriva non solo dagli studi scientifici, ma anche dalla conoscenza pratica e tradizionale delle comunità umane che si sono coevolute con il mare. La dichiarazione verrà condivisa con gli Stati Membri delle Nazioni Unite il prossimo 2 luglio a New York, fungendo da perno per la definizione del programma della conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano che si svolgerà a Nizza nel 2025 e sarà co-ospitata dai governi di Francia e Costa Rica.

I punti della dichiarazione

Di seguito un riassunto dei dieci punti della dichiarazione.

  1. Rendere la politica, la pianificazione urbana e costiera più partecipativa, motivando i governi e tutte le parti interessate attraverso programmi di educazione all’oceano per i comuni, gli ingegneri, gli architetti, le imprese locali e i residenti per educarli alla governance del mare, al diritto del mare, alla salute dell’oceano, all’inquinamento e al nesso oceano-clima. Migliorare l’educazione all’oceano nelle aree urbane e costiere e promuovere la collaborazione tra gli attori chiave per consentire ai cittadini e ai politici di creare insieme politiche equilibrate e lungimiranti.
  2. Creare programmi transdisciplinari per educare all’oceano su più fronti – quello delle scienze naturali, degli studi sociali e comportamentali e delle scienze umane – promuovendo la collaborazione non solo con il mondo accademico ma anche con quei soggetti che hanno una conoscenza millenaria e pratica del mare e dell’oceano, come le comunità indigene, e i pescatori, per implementare soluzioni etiche e basate sulla natura alle sfide che gli esseri umani e l’oceano hanno di fronte. 
  3. Portare l’ocean literacy nelle scuole e in tutti i sistemi educativi, non solo come argomento a sé stante, ma come fattore multidisciplinare che diventi noto a studenti, educatori e responsabili politici e tutti i cittadini, in modo che sia chiaro come le azioni umane impattano l’oceano e il nostro rapporto con esso. 
  4. Migliorare l’accesso ai finanziamenti per espandere l’educazione all’oceano, le soluzioni sostenibili basate sulla relazione tra oceano e clima, sulla natura e sull’innovazione sociale e tecnologica. 
  5. Rendere l’educazione all’oceano attuabile, accessibile, equa, diversificata e inclusiva.
  6. Aumentare la consapevolezza relativa al legame complesso e interconnesso tra salute dell’oceano, biodiversità, benessere umano e crisi climatica.
  7. Creare assieme alle comunità indigene e locali programmi di resilienza attraverso l’educazione, i finanziamenti e le politiche, mettendole in condizione di condividere quanto imparano con l’esperienza diretta. 
  8. Diffondere campagne multimediali multisensoriali e iniziative dal basso adatte al maggior numero possibile di persone per sostenere l’importanza di una società educata all’oceano. 
  9. Riconoscere il ruolo di custodi del mare di queste comunità, salvaguardando e promuovendo la ricchezza del loro patrimonio culturale. 
  10. Promuovere una forza lavoro sostenibile e informata sull’oceano, colmando il divario tra discipline scientifiche e umanistiche, incoraggiando lo scambio generazionale e formando e intercettando l’interesse di studenti e giovani professionisti, includendo questi ultimi nel processo decisionale, al fine di creare una blue economy equa e sostenibile. 

L’adozione della dichiarazione è stata accolta con entusiasmo da Francesca Santoro, responsabile delle attività di educazione all’oceano per la COI dell’UNESCO, che ha definito la Venice Declaration «una comunità di persone»; un «documento vivo» fondamentale «per affrontare le sfide ambientali; un fattore abilitante per raggiungere gli obiettivi sostenibili del Decennio». Soddisfazione anche per Lorenzo Bertelli, Head of Corporate Social Responsibility del Gruppo Prada e Patron della Ocean Decade Alliance: «Auspichiamo che la Venice Declaration alimenti il dibattito sull’importanza dell’educazione all’oceano e sulla necessità di agire, e ci traghetti con entusiasmo e spirito positivo fino alla prossima conferenza di Nizza». 

La SEA BEYOND Ideas Box

La conferenza è proseguita con la presentazione della prima SEA BEYOND Ideas Box. Una mediateca mobile e facilmente trasportabile progettata dieci anni fa dal designer di fama mondiale Philippe Starck per Bibliothèques Sans Frontières. La SEA BEYOND Ideas BOX si pone l’obiettivo di contribuire all’ocean literacy in contesti svantaggiati. Negli oltre 100 metri quadrati della mediateca, Starck, ha dialogato con Patrick Weil, Fondatore e Presidente di BSF. I due hanno ripercorso la storia della loro collaborazione e delineato l’obiettivo che ha portato alla nascita di questa specifica versione della mediateca i cui contenuti sono stati curati dal team di ocean literacy dell’UNESCO. La SEA BEYOND ideas box dopo Venezia, verrà affidata alla Fondazione Quartieri Spagnoli di Napoli. Con l’obiettivo di educare all’oceano sempre più bambini e ragazzi, una selezione di contenuti sul tema oceano verrà integrata in Ideas Box già operative in Francia metropolitana e regioni d’oltremare (8 Ideas Box), Burundi (4 Ideas Box) e Costa d’Avorio (6 Ideas Box). 

La SEA BEYOND Ideas Box

Il dialogo tra Philippe Starck e Patrick Weil

«Bibliothèques Sans Frontières porta la pace nel mondo a coloro che l’hanno persa – ha dichiarato Starck – attraverso sogni, intelligenza, cultura e educazione». «SEA BEYOND – ha aggiunto il designer – ha lo stesso obiettivo di pace e intelligenza, ma con il focus su quel 71% del mondo che è l’oceano». Weil ha ricordato la missione per cui è nata la SEA BEYOND Ideas Box: «Offrire alle giovani generazioni la possibilità di accedere a conoscenza e informazioni fondamentali sull’oceano, e quindi rendere l’educazione all’oceano inclusiva in tutto il mondo». 

Educare all’oceano vivendolo: i SEA BEYONDers

Le differenti modalità di promozione dell’ocean literacy sono state anche oggetto di conversazione tra i SEA BEYONDers, ambassador del progetto SEA BEYOND: Carmelo Isgrò (biologo marino e fondatore del Muma – Museo del Mare di Milazzo), Elisabetta Zavoli (fotogiornalista e National Geographic Explorer), Giovanni Chimienti (biologo Marino e National Geographic Explorer), Maya Gabeira (Big Wave Surfer e UNESCO Champion for Ocean and Youth), Titouan Bernicot (fondatore e CEO di Coral Gardeners e National Geographic Explorer), Valentina Gottlieb (environmental advocate e attrice).

I SEA BEYONDers

I coralli

Ciascuno di loro ha portato sul palco la propria prospettiva e il proprio rapporto con l’oceano. Bernicot e Chimienti hanno sottolineato l’importanza dei coralli. «Esseri viventi sopravvissuti a diverse estinzioni di massa ed eventi catastrofici, che pure negli ultimi 200 anni sono stati minacciati dalle nostre azioni», ha analizzato Chimienti. Le barriere coralline si possono non solo proteggere, ma ricostruire. Bernicot ha ricordato il momento in cui ha piantato il suo primo corallo e che quello che era iniziato come un esperimento si è trasformato in un progetto di ripristino e ingrandimento della barriera corallina nelle isole del Pacifico. 

Parole dal mare

Entrambi hanno ribadito l’importanza di divulgare il sapere nella maniera più ampia possibile. Così anche Gabeira: «È stato solo nel 2020 – ha dichiarato la surfista – quando ho raggiunto l’apice nel mio sport e ho ottenuto il mio secondo record mondiale, che ho capito che non aveva senso per me essere un’atleta eccellente e non usare la mia voce. Voglio dimostrare alle persone che si possono fare entrambe le cose». Concetto simile a quello espresso da Gottlieb: «Mi sono resa conto di avere un pubblico che mi seguiva in crescita e molto giovane», ha raccontato l’attrice. «È stato allora che è arrivato SEA BEYOND, che mi ha permesso di condividere la mia passione e il mio legame con la natura e l’oceano e di raccontare un mondo meraviglioso in cui i bambini possono fare la differenza».

E le esperienze

Alle parole si aggiungono le esperienze, come quella che si può vivere al MuMa Museo del Mare di Milazzo curato da Isgrò: «Il museo non parla di morte, ma di vita. È nato intorno alla vicenda del capodoglio Siso, che è morto a causa delle reti da pesca illegali. La stessa rete che ha posto fine alla sua vita è diventata una rete di relazioni, che unisce le persone intorno alla grande causa di protezione dei nostri preziosi ecosistemi marini». Infine, Zavoli ha portato lo sguardo su un problema, quello delle specie invasive, che con il granchio blu riguarda da vicino la città di Venezia, minacciandone la biodiversità autoctona, ma offrendo anche nuove opportunità per i pescatori locali e l’economia lagunare. L’importante, ha ribadito la fotogiornalista, è «che i decisori siano adeguatamente informati sui problemi dell’oceano, perché le decisioni che prendiamo (o non prendiamo) oggi influenzeranno le generazioni future». 

La Partnership con Luna Rossa Prada Pirelli e UNESCO

La diffusione dei messaggi di tutela dell’oceano è oggetto anche della partnership tra Luna Rossa Prada Pirelli e UNESCO, annunciata durante la Ocean Literacy World Conference. I loghi di UNESCO e di SEA BEYOND saranno infatti presenti sulle vele di Luna Rossa durante la 37esima America’s Cup, che si svolgerà nei mesi di settembre e ottobre 2024 a Barcellona. Soddisfazione da parte di Max Sirena, Skipper e Team Director di Luna Rossa Prada Pirelli, che ha sottolineato: «Sono profondamente orgoglioso di dare avvio a questa collaborazione. Sapere che il nostro team e la nostra barca sono stati scelti per diffondere a livello globale al fianco di UNESCO l’educazione all’oceano e la tutela dell’ambiente marino, è un grande onore e ci impegneremo per esserne degni». Anche Audrey Azoulay, Direttore Generale UNESCO, ha espresso soddisfazione: «Attraverso Luna Rossa Prada Pirelli, è la tutela dell’oceano che partecipa alla Coppa America. È inoltre un’occasione magnifica per rafforzare il partenariato tra UNESCO e il Gruppo Prada per l’educazione all’oceano».

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