Centri estivi, prezzi in aumento rispetto al 2023: «1.200 euro per un bambino, 2.300 per due»

Le differenze di costo sono significative anche a livello geografico: i campus del Nord Italia sono i più cari, con Milano al primo posto

I centri estivi sono sempre più cari. La cifra si aggira sui 1.200 euro per un bambino, 2.300 circa se si aggiungono anche un fratello o una sorella. Lo rivela il secondo rapporto dell’istituto di ricerca economiche e sociali Eures e dell’Associazione difesa orientamento consumatori (Adoc) realizzato analizzando i prezzi dei centri estivi in cinque città (Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari). Il problema, infatti, si ripresenta ogni anno: le scuole chiudono per 12 settimane (contro le 6-8 di Germania, Francia e Regno Unito), i genitori cercano, invece, di capire dove lasceranno i propri figli mentre saranno al lavoro. C’è chi potrà contare sul supporto dei nonni, chi ha già preso accordi con una baby-sitter. Per tutti gli altri la soluzione rimasta è una sola: mandare i propri figli al centro estivo. 


Milano la città più cara

L’analisi ha rilevato un aumento medio del 10 per cento rispetto al 2023. E le differenze di costo sono significative anche a livello geografico: i centri estivi del Nord Italia – si legge nella report – risultano i più cari, con un costo medio per una settimana di 175 euro a tempo pieno, contro i 148 euro del Centro e i 118 euro del Sud. Milano è invece la città più cara, con un costo medio a settimana di 218 euro (che scende a 176 euro per l’orario ridotto), registrando un valore pari a circa il doppio di Bari e Napoli. Il costo medio di una famiglia milanese che decide di portare il proprio figlio al campo estivo si aggira sui 1.748 euro, con due figli arriva a 3.374. 


La denuncia: «Costi troppo elevati e ingiustificati»

«Troppo elevati, ingiustificati e spesso inaccessibili per la maggior parte dei genitori i costi dei centri estivi – dichiara Anna Rea, presidente Adoc – tutto ciò è aggravato dal lungo periodo di chiusura delle scuole. Un problema che si ripropone ogni anno e che pesa esclusivamente sui genitori, in particolare su quelli che lavorano entrambi, sono senza il supporto della famiglia di origine o dove il carico è sostenuto solo dalle madri». A rischio ci sono «l’apprendimento e le competenze acquisite durante l’anno dai bambini e dai ragazzi – continua la presidente – e l’amplificarsi delle disuguaglianze sociali.

Le strutture pubbliche

Non tutti, infatti, possono permettersi attività, centri estivi o vacanze studio e i più fragili restano parcheggiati sul divano davanti a tablet o cellulari». I costi scendono per i centri estivi organizzati nelle strutture pubbliche. Lo rivela monitoraggio realizzato da Onf (Osservatorio Nazionale Federconsumatori). La spesa settimanale è di 75 euro (+50% rispetto al 2019) per chi sceglie l’opzione mezza giornata e di 95 euro (+17% rispetto al 2019) per chi preferisce invece il tempo pieno.

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