Anche gli elefanti si chiamano per nome (come gli umani): lo studio su “Nature”

Per i ricercatori esiste la prova «che gli elefanti africani si rivolgono l’un l’altro con richiami specifici, probabilmente senza affidarsi all’imitazione del ricevente» come accade, invece, per i delfini e i pappagalli

Anche gli elefanti si chiamano per nome, come gli umani. È la scoperta fatta da alcuni scienziati della Colorado State University e lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature. Per i ricercatori esiste la prova «che gli elefanti africani selvatici si rivolgono l’un l’altro con richiami specifici, probabilmente senza affidarsi all’imitazione del ricevente» come accade, invece, per i delfini e i pappagalli, si legge nelle premesse dello studio. Ciò amplierebbe «radicalmente il potere espressivo del linguaggio» e la scoperta potrebbe avere importanti implicazioni sulla sua evoluzione. 


L’analisi

Il tipo di richiamo più comune degli elefanti è «il barrito», precisano i ricercatori. Ovvero, un suono a bassa frequenza, ricco di armonie e prodotto nella maggior parte dei casi in contesti diversi. Per ristabilire un contatto, in questo caso si parla di «barrito da contatto». Ma ci sono anche i «barriti di saluto», quando un elefante si avvicina a un altro. E, infine, i «barriti di cura», emanati da un elefante femmina mentre allatta.  Gli scienziati hanno raccolto i diversi suoni, emanati dagli elefanti selvatici della savana africana, per «valutare – si legge – se contengono etichette vocali individuali», cioè diverse tra loro. 


I 470 suoni emessi dagli elefanti

Più nello specifico, i ricercatori hanno passato al setaccio le registrazioni dei vocalizzi emessi dagli elefanti nella riserva nazionale di Samburu in Kenya e nel parco di Amboseli tra il 1986 e il 2022. Un totale di 470 suoni emessi da 101 elefanti e rivolti a 107 esemplari. La ricerca «non solo mostra che gli elefanti usano vocalizzazioni specifiche per ogni individuo, ma che riconoscono e reagiscono a un richiamo rivolto a loro ignorando quelli indirizzati ad altri», ha detto l’autore principale dello studio, Michael Pardo, al Guardian. «Le prove fornite fin qui che gli elefanti usano suoni non imitativi per etichettare gli altri indicano che hanno una capacità di pensiero astratto», ha precisato un altro autore, George Wittemyer. E nonostante le differenze, gli esseri umani e gli elefanti condividono molte cose, come «i nuclei familiari allargati con una ricca vita sociale, sostenuti da cervelli altamente sviluppati», ha concluso il Ceo di Save the Elephants, Frank Pope.

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