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«Renzi e Calenda avete fallito: dimettetevi», la lettera di Chicco Testa e Claudio Velardi per salvare il «Terzo Polo»

Carlo Calenda e Matteo Renzi
Carlo Calenda e Matteo Renzi
Il fallimento delle ultime Europee è solo frutto di uno «scontro di personalità», scrivono il manager e il giornalista al Foglio. E il direttore del quotidiano lancia l'ipotesi delle primarie

«Oggi c’è una cosa semplice da fare per voi. Dimettetevi in modo irrevocabile», scrivono Chicco Testa e Claudio Velardi in una lettera pubblicata sul Foglio rivolta al leader di Italia Viva Matteo Renzi e a quello di Azione Carlo Calenda. Dopo il risultato delle Europee che ha inchiodato i due partiti sotto la soglia di sbarramento del quattro percento, nell’ormai defunto Terzo polo è partita la discussione su che cosa fare del proprio futuro. Da una parte Azione ha aperto la riflessione, ma senza tanti esami di coscienza. Dall’altra Italia Viva si preparerebbe a un congresso in autunno, con Luigi Marattin tra i primi a farsi avanti per la guida del partito. Nel frattempo però ai due leader arriva l’invito da «due amici» perché si facciano da parte.

«La questione è molto semplice: avete fallito», esordiscono senza giri di parole Testa e Velardi. «Il risultato elettorale è stato impietoso e voi ve ne dovete assumere la responsabilità fino in fondo». Per quanto impegno ci abbiano potuto mettere Renzi e Calenda, spiegano i due autori della lettera, «ci avete messo, noi elettori che crediamo nella possibilità di uno spazio laico e liberale, pragmatico e non ideologico, in una situazione insostenibile». La scelta di andare divisi, uno con gli Stati Uniti d’Europa, l’altro per conto proprio, ha di fatto diviso amici e famiglie. E nonostante tutto dicono testa e Velardi, l’impegno per convincere anche gli indecisi non è mancato. Nonostante fosse chiaro da subito quanto difficile sarebbe stato l’obiettivo di superare lo sbarramento. «Vi abbiamo dato fiducia, ma avete fallito».

Da questa tornata elettorale, però, Testa e Velardi indicano le lezioni che si potrebbero imparare. «La prima è che esiste un’area elettorale di una certa importanza che non riesce a essere rappresentata e a pesare. La seconda che nessuna ulteriore campagna elettorale potrà essere affrontata in queste condizioni. La terza è che le vostre persone rappresentano un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo di una ricomposizione». Nulla di personale nei confronti di Renzi e Calenda, ma è chiaro che il flop alle Europee è solo «il risultato di uno scontro di personalità, le vostre, che ha reso impossibile ogni accordo».

E peggio è andata dopo il voto, quando i sostenitori di entrambe le parti sono andati avanti a scaricare colpe e accuse sugli altri. Perciò, continuano Testa e Velardi, non c’è altro da fare se non «voltare pagina completamente». E per farlo serve che Renzi e Calenda facciano il fatidico passo indietro «senza tatticismi e sotterfugi. Dovete lasciare il campo a persone meno esposte che raccolgano la fiducia non dei pochi amici del vostro “inner Circle”, ma dei futuri potenziali elettori». Per andare avanti, quindi, serve «un clima completamente nuovo e con persone non coinvolte in questo scontro che ci ha visto allibiti e attoniti». Testa e Velardi sono consapevoli di chiedere uno sforzo difficile ai due leader, ma assicurano che «ci sarà il modo per utilizzare le vostre indubbie capacità». Intanto, la scelta migliore da fare è solo una: «Dimettetevi». Alla lettera risponde il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, che lancia un’ulteriore proposta: «Mettere insieme tutto quello che c’è e scegliere un leader che oggi non c’è attraverso le primarie».

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