Luigi Di Maio: «Così Conte ha tolto l’anima al Movimento 5 Stelle»

L’ex ministro e leader grillino: «Un futuro in politica? A settembre nasce mio figlio»

Luigi Di Maio è rappresentante dell’Unione Europea per il Golfo. Dopo il flop del suo movimento alle elezioni politiche ci tiene però a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. E lo fa in un’intervista a La Stampa: «Sono stato in silenzio per tutta la campagna elettorale. Mi ha meravigliato che Conte e Renzi mi abbiano nominato spesso nelle loro interviste ai quotidiani e alle tv. Anche per questo adesso mi sento in dovere di dire qualcosa». E quello che vuole dire riguarda il peggior risultato di sempre del Movimento 5 Stelle: «Questa volta perde addirittura il primato al Sud e in regioni come la Campania e la Sicilia, in città come Napoli. Il Pd è stato più bravo a interpretare la difesa dei diritti sociali, su cui noi eravamo un riferimento per le persone. Chi ha perso il reddito di cittadinanza ha capito di averlo perso anche perché i 5 stelle hanno fatto cadere il governo Draghi. Conte ha compiuto il capolavoro di far tornare il bipolarismo».


Lo snaturamento del Movimento

Ma non c’è solo questo. Secondo Di Maio la maggiore responsabilità di Conte è quella di «aver snaturato il Movimento, che oggi è un partito ancora più chiuso e verticistico del passato. Un tempo era più plurale, c’erano più “anime” diverse. Conte lo ha modellato a sua immagine e somiglianza, ha fatto un’operazione legittima, che gli è stata consentita senza che nessuno alzasse un dito. Per questo credo che, nonostante questo risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente». Discutere della leadership di Conte, però sarebbe patetico: «E anche Grillo ha 300 mila buoni motivi per rimanere in silenzio». In quanto pagato come consulente della comunicazione del M5s per tenerlo buono. Mentre i grillini hanno sbagliato a puntare sul pacifismo.


Il pacifismo

Perché «se i cittadini percepiscono che le tue proposte non sono fattibili o realistiche, non ti votano. Guardiamo i risultati: vincono i partiti che hanno sostenuto e sostengono i cardini dell’agenda Draghi, a partire dall’Ucraina, che sostengono Israele, supportando la soluzione a due stati, e che hanno preso una ferma posizione sulla Nato e sull’europeismo. Fratelli d’Italia e Pd in questa tornata elettorale hanno ottenuto circa il 50% quasi dei consensi. Perdono, invece, i partiti che hanno buttato giù Draghi». Nel suo futuro, infine, non sembra esserci la politica italiana: «Il mio futuro sono mio figlio, che nascerà a settembre, e la mia compagna con cui vogliamo costruire una famiglia. Ho tutto l’interesse a portare a termine il mio mandato presso le istituzioni europee continuando a lavorare come ho sempre fatto».

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