«Non chiamatemi Adolfo “Urss”»: il ministro vuole 500mila euro di risarcimento dal Foglio
Non chiamatemi Adolfo “Urss”. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, vuole dai 250 ai 500 mila euro di risarcimento dai giornalisti de Il Foglio. Perché «hanno tenuto un comportamento gravemente lesivo dell’onore e della reputazione attraverso la diffusione di articoli denigratori e non rispondenti alla realtà in merito ad alcuni delicati temi di politica industriale. Quali: caro benzina, caro voli aerei, licenze taxi, ex Ilva e Uber», si legge nell’istanza. A darne notizia è lo stesso quotidiano. Che precisa, inoltre, come Urso abbia avviato il procedimento nei confronti del direttore Claudio Cerasa, Luciano Capone, Annarita Digiorgio e dell’ex direttore del Riformista Andrea Ruggieri.
«Terapia D’Urso»
Al ministro non è piaciuto un articolo a firma di Luciano Capone, pubblicato il 14 febbraio del 2024, con il titolo “Terapia D’Urso”, che «analizzava criticamente l’attività di un esponente di punta del governo Meloni, caratterizzata da un profluvio di dichiarazioni e di azioni dirigiste e ostili al mercato che, ad avviso di questo giornale, acuiscono gli storici problemi dell’Italia anziché risolverli», scrive Capone. Ma Urso cita altri due articoli (uno de Il Foglio, l’altro del Riformista) dove i giornalisti utilizzano il nomignolo: “Adolfo Urss”, definito dallo stesso ministro un «appellativo originale, ma dai contenuti fortemente denigratori».
«Adolfo Urss»
Su quest’ultima storia, Capone fa una precisazione: dopo la pubblicazione dell’articolo con l’appellativo “Adolfo Urss”, lo stesso Urso – durante l’evento di Affaritaliani del 26 agosto scorso – aveva fatto intuire che dietro gli articoli ci fosse una “velina”, un mandante: «È l’invenzione di due giornalisti che nello stesso giorno, su due giornali diversi, hanno avuto la stessa intuizione: parafrasare il mio nome da Urso a Urss. Hanno scritto lo stesso articolo, identico, con la stessa trama, gli stessi richiami. Sembrava una velina. Le sembra possibile che due giornali diversi lo stesso giorno si inventino una cosa così fantasiosa e simpatica? Che pensi, chi sia stato?», aveva detto il ministro in quell’occasione. Eppure, come scrive il giornalista de Il Foglio, il nomignolo Urss appare per la prima volta sul suo account X il 1 agosto di due anni fa, poi in un articolo del 2 agosto 2023 e pure in un altro del giorno dopo. Tradotto: nessuna velina, nessun mandante. «Solo la fervida immaginazione di un ministro che, insofferente alle voci critiche, minaccia una causa da mezzo milione di euro a chi contesta le sue politiche», conclude Capone.
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