Roma, la metro arcobaleno per il mese del Pride Lgbtqia+ agita i Pro Vita: «È propaganda» – Il video
Debutta la metro arcobaleno a Roma, in occasione del mese che celebra l’orgoglio Lgbtqia+. «Allontanarsi dalla linea gialla, è in arrivo il treno arcobaleno», annuncia la voce dell’Atac, il servizio trasporti della Capitale, mentre arriva il convoglio nelle stazioni della metro A, interamente decorato con i colori della bandiera rainbow. Si tratta del «treno dell’inclusività», un’iniziativa dell’azienda di trasporti romana che è stata lanciata per richiamare l’attenzione sui valori dell’inclusione, in previsione della parata che sfilerà sabato prossimo. Il treno arcobaleno, destinato a rimanere in servizio per tutta l’estate, è stato presentato attraverso un video diffuso sui social media che ha riscosso un grande successo. In un filmato dell’Atac, si vede il convoglio che non solo sfoggia i colori dell’arcobaleno sulle sue fiancate, ma anche gli interni sono decorati con gli stessi colori: sedili, soffitti e rifiniture richiamano tutti il tema la bandiera intersezionale Lgbtqia+. Il video è diventato virale, superando le 100mila visualizzazioni in poche ore.
Pro Vita all’attacco
Una buona fetta di pubblico sui social media ha avuto una reazione perlopiù positiva. Molti utenti hanno apprezzato l’iniziativa, esprimendo il loro sostegno. «Quanto sono felice di vedere scoppiare il fegato a tutte le persone omofobe che si sentono minacciate da un treno arcobaleno», si legge nel commento di un utente. Tuttavia, non sono mancate le critiche e anche i commenti negativi si sono moltiplicati in poco tempo. «Non pago più il biglietto», scrive un indignato. Ma la critica più feroce è arrivata da Pro Vita & Famiglia Onlus. Antonio Brandi, presidente dell’associazione, ha definito l’iniziativa «vergognosa» accusando l’amministrazione Roberto Gualtieri di utilizzare un bene pubblico per quella che ha descritto come «martellante propaganda ideologica Lgbtqia+». Da qui la richiesta dell’immediato smantellamento del treno arcobaleno, affermando che si tratta di un’iniziativa «degna di un regime totalitario». E in una nota ha concluso: «Mentre chiediamo a Gualtieri di informare i cittadini romani su quanto sia costata questa operazione alle loro tasche, abbiamo già chiesto ad alcuni Consiglieri comunali di accedere agli atti amministrativi per fare chiarezza su questo punto».
L’aggressione omofoba a Marrazzo a Roma
Intanto, sempre dalla Capitale, arriva la denuncia di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, che ha dichiarato di aver subito un’aggressione omofoba a Roma. Secondo quanto riferito da Marrazzo, l’aggressione è avvenuta quando ha ripreso uno di due ragazzi, di circa venti anni, che stava per urinare sul muro Rainbow della comunità Lgbtqia+. «Dopo l’aggressione fisica, nonostante mi fossi prontamente allontanato, mi hanno inseguito e continuato a inveire minacciandomi di nuovo», ha dichiarato. «Sono riuscito a fermarli solo dicendogli che avevo ripreso la targa ed erano in diretta. Nessuno, però, ha alzato un dito per aiutarmi o per calmarli», ha aggiunto. Marrazzo ha sporto denuncia presso la polizia, che ha prontamente identificato uno dei due aggressori e sta lavorando per identificare l’altro.