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Parenzo tenta la pace in Tv tra Donno e Iezzi dopo la rissa alla Camera, niente da fare: «Vergognati tu… ti devono sbattere fuori, fascista…» – Il video

13 Giugno 2024 - 13:02 Ugo Milano
Donno e Iezzi dopo la rissa da Parenzo
Donno e Iezzi dopo la rissa da Parenzo
A L'aria che tira il primo confronto diretto tra i due deputati protagonisti dello scontro a Montecitorio del giorno prima. Il conduttore cerca di far chiedere scusa al leghista, ma tra i due parlamentari la pace è lontanissima

Il giorno dopo la rissa alla Camera, tra il grillino Leonardo Donno e il leghista Igor Iezzi non c’è neanche lo spiraglio di una stretta di mano virtuale. Ci ha provato David Parenzo a far riappacificare i due deputati, dopo lo scontro a Montecitorio che ha visto Donno uscire in carrozzina dall’Aula. A L’Aria che tira su La7 avviene il primo confronto tra i due, con Donno collegato in video e Iezzi al telefono. Donno si era lamentato di non aver ricevuto alcuna solidarietà, né da Fratelli d’Italia né dalla Lega. Parenzo dà al leghista accusato di aver aggredito il collega di provare a scusarsi: «Neanche Calderoli ha ricevuto una manifestazione di solidarietà dal M5s», risponde Iezzi ricordando la scintilla che aveva scatenato la bagarre alla Camera. Donno infatti si era precipitato davanti ai banchi del governo sventolando il tricolore davanti al ministro Roberto Calderoli.

«Se non c’erano i commessi che facevi?»

Iezzi non cede alle richieste di spiegare il suo gesto e chiedere scusa. E contrattacca: «Donno ha compiuto un’aggressione nei confronti di un ministro e, se ha un minimo di onestà intellettuale, ammetterà che io non l’ho colpito. Ristabiliamo prima la verità dei fatti». Arriva quindi la risposta di Donno: «Chiedo scusa io ai cittadini italiani perché c’è gente del genere che rappresenta anche loro. È come se uno esce per strada con una pistola, spara a una persona, non la colpisce ma dice “non l’ho colpito!”». Lo scontro degenera, per fortuna stavolta solo a distanza. Donno chiede al leghista: «se non ci fossero stati i commessi a proteggermi, Iezzi mi prendeva a pugni in faccia e mi lasciava per terra? Ti devi vergognare, ti devono sbattere fuori dal parlamento». Iezzi a quel punto replica: «Se non ci fossero stati i commessi a fermarti tu avresti aggredito Calderoli? Ma vergognati te». Donno chiama Iezzi un «soggetto pericoloso», mentre il leghista prova a controbattere al telefono sovrastando la voce del collega. «Devi essere sbattuto fuori dal Parlamento – incalza il deputato M5s – E ti dovresti vergognare perché continui a rilasciare dichiarazioni vergognose». I toni esplodono, con Donno che urla: «Ti devi vergognare…Fascista e squadrista».

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