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La malattia di Céline Dion è la sindrome della persona rigida: «Ho avuto spasmi così forti che mi sono rotta le costole»

13 Giugno 2024 - 09:07 Ugo Milano
Il dramma vissuto dalla cantante finirà in un documentario: «Se non potrò più correre camminerò. Ma non mi fermerò mai»

«Io sono: Celine Dion». Si intitola così il documentario sulla celebre cantante canadese che uscirà su Prime Video martedì 25 giugno. Un racconto intimo e molto personale, attraverso cui l’artista ha deciso di raccontare il dramma che ha accompagnato l’ultimo periodo della sua vita. Sei anni fa, a Céline Dion è stata diagnosticata la «sindrome della persona rigida», un disturbo neurologico raro e incurabile che porta a una progressiva rigidità muscolare. «È come se qualcuno ti stesse strangolando, come se qualcuno ti stesse spingendo la laringe. Ma può anche verificarsi nella zona addominale, nella colonna vertebrale, nelle costole, nelle mani», ha raccontato la cantante, oggi 56enne, in un’intervista alla Nbc.

I crampi e le fratture

La rigidità muscolare causata dalla malattia porta anche a forti crampi. A un certo punto, racconta l’artista canadese, «mi sono rotta alcune costole perché gli spasmi, quando sono molto violenti, possono portare a una frattura. Se punto i piedi rimangono bloccati. Se cucino, e io amo cucinare, le mie dita e le mie mani si bloccano in quella posizione».

La diagnosi e la morte del marito

Rispetto a qualche anno fa, oggi Céline Dion si presenta con il volto scavato e molto magro. L’artista soffre ormai da sei anni della «sindrome della persona rigida», ma in un primo momento ne ha sottovalutato le conseguenze. «Non sapevo cosa stesse succedendo, avrei dovuto fermarmi», racconta ancora alla Nbc. Non ha aiutato il fatto che il periodo della diagnosi ha coinciso con la malattia del marito René Angélil, morto nel 2016 per un cancro alla gola. «Ho dovuto nascondermi, ho dovuto cercare di essere un’eroina», ricorda la cantante.

Il diazepam

Prima che le fosse diagnosticata la malattia, Céline Dion assumeva diazepam – psicofarmaco noto con il nome commerciale Valium – per rilassare il corpo e potersi esibire in pubblico. «Non sapevo, onestamente, che avrebbe potuto uccidermi. Prendevo 20 milligrammi di Valium prima di un’esibizione e poi, solo camminando dal camerino al backstage, l’effetto era sparito», racconta la cantante canadese. Per sentirne gli effetti, l’artista ha aumentato il dosaggio fino a raggiungere quantitativi pericolosi per la sua salute. Al punto da dover poi iniziare un percorso di disintossicazione.

La sindrome della persona rigida

Ad oggi non esiste una cura per la sindrome della persona rigida, una patologia progressiva che colpisce mediamente una persona su un milione. Il trattamento, però, può aiutare a controllare i sintomi. «All’inizio mi chiedevo: perché io? Come è successo? Cos’ho fatto? È colpa mia?», racconta Céline Dion nell’intervista alla Nbc. Ma nonostante tutto, la cantante canadese sembra più determinata che mai a riprendere in mano la propria vita: «Tornerò. Se non potrò più correre camminerò, se non potrò più camminare andrò a gattoni o striscerò. Ma non mi fermerò mai».

In copertina: Celine Dion alla Fashion Week di Parigi del 2019 (EPA/Christophe Petit Tesson)

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