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Fuori “aborto” dalla bozza G7, Macron: «Dispiace, abbiamo diverse sensibilità». Gelo con Meloni: «Sbagliato fare qui campagna elettorale»

13 Giugno 2024 - 22:22 Massimo Ferraro
Il botta e risposta a pochi minuti dalla cena al Castello Svevo di Brindisi, offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Non è filato via senza polemiche il vertice dei leader G7 organizzato a Borgo Egnazia, in Puglia, dalla presidenza italiana di turno. I Paesi del summit hanno trovato la quadra sui prestiti a Kiev, e la premier italiana ha assicurato «sostegno unanime» sulla proposta Usa di cessate il fuoco a Gaza. Ma a tenere il banco fino a pochi minuti prima della cena al Castello Svevo di Brindisi, offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è l’assenza della parola aborto dalla bozza conclusiva del vertice. A rinfocolare la polemica è il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo a una domanda dei cronisti. «Mi dispiace non ci sia, conoscete la posizione della Francia che ha inserito il diritto all’aborto nella Costituzione. Non è la stessa sensibilità che c’è nel vostro Paese», ha detto Macron, «la Francia condivide una visione di uguaglianza tra uomo e donna, non è una visione condivisa da tutto lo spettro politico. Mi dispiace ma lo rispetto perché è stata la scelta sovrana del vostro popolo». Parole ceh difficilmente potevano passare inosservate alla padrona di casa, Giorgia Meloni, che infatti ha replicato a stretto giro: «Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7». Una stoccata al presidente francese, che dopo la batosta alle Europee ha sciolto l’Assemblea nazionale convocato elezioni anticipate.

La stretta di mano

«La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia “sicuro e legale”», ha proseguito la premier, «è un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici». Appena mezz’ora dopo le istituzioni italiane erano schierate all’ingresso del castello per accogliere i leader stranieri. Compreso Macron ovviamente, che il protocollo ha voluto fosse l’ultimo a entrare nell’edificio. La stretta di mano è stata calorosa con il presidente Mattarella, poi c’è stato il baciamano con la figlia Laura Mattarella, tutto sotto lo sguardo attento e severo della premier. Infine è toccato anche a loro salutarsi: stretta di mano, sorrisi di cortesia e baciamano, gesti che non hanno però nascosto una certa freddezza.

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