Istigazione all’odio razziale, il giudice militare respinge l’archiviazione per Vannacci

L’udienza fissata per il 25 settembre: la denuncia del sindacato dei militari e l’associazione Tripla difesa per le frasi del generale nel libro “Il mondo al contrario”

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale militare di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti di Roberto Vannacci, neo eletto a Strasburgo nelle liste della Lega. Il generale, che alle Europee di pochi giorni fa ha collezionato oltre 500mila preferenze, è indagato per istigazione all’odio razziale nel procedimento avviato su impulso di diverse denunce, tra le quali quella del sindacato dei militari e l’associazione Tripla difesa, per le fasi contenute nel controverso libro Il mondo al contrario. L’udienza è fissata per il prossimo 25 settembre. Sorpreso l’avvocato difensore Giorgio Carta: «Al momento sappiamo solo che il gip ha respinto la richiesta della Procura ma nei prossimi giorni chiederemo le carte. Una decisione che non comprendiamo perché la fattispecie contesta non è reato militare». Per il reato Vannacci rischia una condanna a un anno e sei mesi di carcere e una multa fino a 6 mila euro. Fra le inchieste che interessano il generale, c’è anche quella per presunto danno erariale aperta dalla Corte dei conti e che riguarda il periodo in cui Vannacci era a Mosca tra il 2021 e il 2022. Anche Paola Egonu, pallavolista azzurra, ha depositato una querela contro il militare, per diffamazione sempre in riferimento al contenuto del suo libro. In un passaggio, Vannacci scrive di lei «anche se è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità». La Procura di Lucca aveva chiesto l’archiviazione ma l’atleta si è opposta presentando istanza a Bergamo, poi trasmessa a Lucca per competenza territoriale poiché il generale risiede a Viareggio. A metà maggio Vannacci aveva scritto una lunga lettera a Egonu per chiarire le sue parole: «Non ho mai avuto dubbi sulla sua cittadinanza italiana e sono personalmente e convintamente fiero che lei rappresenti il nostro tricolore con la sua eccellenza sportiva ma questo non può celare visivamente la sua origine di cui, sono convinto, lei stessa vada fiera».


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