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Artem Uss, arrestato l’«architetto» dell’evasione: così dalla Svizzera avrebbe organizzato la fuga dall’Italia del super-ricercato

14 Giugno 2024 - 12:20 Alba Romano
Dimitry Chirakadze, 54 anni, è un russo residente nel cantone di Ginevra. Per la procura di Milano avrebbe messo insieme la banda e a punto il piano nei minimi dettagli

C’è un nuovo sviluppo nella vicenda di Artem Uss, il trafficante russo fuggito dall’Italia a marzo 2023 mentre era ai domiciliari in attesa di essere estradato negli Usa. È stato infatti arrestato un cittadino russo – che risponde al nome di Dimitry Chirakadze – con l’accusa di aver organizzato in dettaglio la fuga di Uss. L’uomo, 54 anni, viveva nel cantone di Ginevra, in Svizzera, e secondo la procura di Milano accusato di aver pianificato la fuga di Artem Uss, figlio di un oligarca vicino a Putin, era il vero e proprio «referente e organizzatore» del piano di esfiltrazione del concittadino. In un primo momento, avrebbe monitorato l’esito della decisione della Corte d’Appello di Milano sulla eventuale estradizione di Uss negli Stati Uniti. Poi, confermatasi la strada dell’estradizione alle porte, avrebbe messo a punto il piano, «contattando preliminarmente i componenti della banda che hanno poi realizzato la fuga» e quindi «presenziando, nella fase organizzativa, ai principali incontri con i componenti della banda che ha garantito la fuga». Chirakadze insomma farebbe parte di «un livello sovraordinato, da un punto di vista organizzativo» rispetto al commando (tre già arrestati) che ha favorito l’evasione di Uss dall’Italia. L’uomo è ora in custodia in carcere con l’accusa di «procurata evasione in concorso, con l’aggravante del reato transnazionale», ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola.

Chi è l’uomo che ha organizzato l’evasione

Formalmente, Chirakadze si qualifica come «imprenditore russo co-fondatore del gruppo Pravo.ru, proprietario dell’omonimo sistema di giustizia elettronica che fornisce assistenza ai siti web dei tribunali russi», una struttura che «registra anche una importante presenza nel sistema mediatico online russo specializzato in giornalismo legale». Sempre nella ricostruzione della procura milanese, l’uomo sarebbe pure «compartecipe in numerose aziende russe unitamente a esponenti della famiglia Uss, anche con incarichi dirigenziali di vertice». Sul piano famigliare, è un «appartenente alla aristocrazia russa, in quanto discendente di un granduca della Georgia, ed è coniugato con una facoltosa donna russa con la quale risulta gestire ulteriori numerosi e complessi asset aziendali e societari di rilevanza internazionale, in una parte dei quali sono coinvolti gli esponenti della famiglia Uss». La stessa donna sarebbe coinvolta nella trama ordita da Chirakadze. Sarebbe tra l’altro la proprietaria di un’imponente tenuta di caccia nel
territorio di Krasnojarsk, in Siberia, luogo di vacanza preferito di importanti funzionari russi, tra cui il governatore Alexander Uss, padre di Artem.

La rete di complici e i dettagli del piano

L’arresto è la seconda tranche dell’indagine condotta dei carabinieri del nucleo investigativo e del pm di Milano Giovanni Tarzia, che aveva portato nei mesi scorsi ad un’altra ordinanza di custodia cautelare a carico di 6 persone. Nel marzo 2023 Uss fu portato con quattro macchine da Basiglio, nel Milanese, oltre confine fino in Serbia e da là volò con un aereo fino in Russia. Il gruppo operativo avrebbe operato in «attività criminali in più di uno Stato, con il coinvolgimento di persone di diversa nazionalità (allo stato soggetti albanesi, serbi, bosniaci e sloveni), che, mediante l’utilizzo di auto immatricolate in più Stati (Italia, Slovenia e Serbia) e di utenze serbe, italiane, bosniache e slovene, hanno adottato una strategia precisa e ben definita, anche diretta a depistare le indagini», scrive la procura di Milano nella nuova
ordinanza cautelare. I componenti del gruppo, spiegano i pm, «hanno utilizzato un’auto la cui targa non era clonata e che è stata fatta ‘ricomparire’ in una zona lontana dalla frontiera», da cui «l’evaso è espatriato». Inoltre, «forti dei contatti intrattenuti in Slovenia, hanno attraversato, il giorno stesso dell’evasione, la frontiera di Gorizia, hanno contattato una agenzia di noleggio auto e hanno condotto un’auto in Bosnia, un’altra auto in Serbia ed una terza auto in Slovenia». Dall’inchiesta è anche emerso il coinvolgimento di «uno studio legale russo noto come uno dei principali specialisti nell’ottenere le decisioni necessarie presso la Corte Suprema e l’arbitrato di Mosca». Nelle prossime ore, su questo e tanto altro, il russo ora arrestato dovrà rispondere alle domande dai magistrati milanesi.

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