G7 Italia, dal summit arriva il rimprovero alla Cina sugli aiuti alla Russia. Von der Leyen: «Uniti contro le maxi-esportazioni di Pechino»

La presidente uscente della Commissione Ue: «Abbiamo interesse a garantire che i mercati mondiali operino in modo equo, senza distorsioni»

Bari – La seconda giornata del G7 in Puglia si apre con la sessione «Migrazioni». A seguire, i tavoli «Indo-Pacifico e sicurezza economica» e quello che vedrà protagonista anche il Papa, dedicato all’intelligenza artificiale. Sono attesi i bilaterali con molti capi di Stato invitati a Borgo Egnazia, anche se i loro Paesi non fanno parte del gruppo del G7. Ieri, 13 giugno, il vertice si era concentrato sulle azioni da mettere in campo a sostegno dell’Ucraina e contro la Russia. C’è stato anche un faccia a faccia tra Volodymyr Zelensky e Joe Biden, con la stipula di un’intesa che impegna gli Stati Uniti a fornire assistenza a Kiev, per dieci anni, nel campo della sicurezza. Oggi, Vladimir Putin dichiara che quell’accordo «non ha alcun valore». Si tratta, dice il presidente russo, «di sola propaganda per Zelensky». Nella mattinata, un altro Paese entra nel mirino del G7: la Cina. Secondo indiscrezioni, gli sherpa avrebbero inserito nella bozza finale del vertice un invito a fermare il sostegno di Pechino a Mosca.


Per quanto riguarda gli aspetti economici, i capi di Stato riuniti in Puglia criticano le politiche commerciali cinesi, poiché «stanno portando a distorsioni del mercato e a una sovracapacità nei tassi di crescita, minando i nostri lavoratori, industrie, resilienza e sicurezza economica». Ursula von der Leyen, a margine della sessione sulla sicurezza, commenta: «Sono lieta che concordiamo di lavorare su una valutazione condivisa delle sovraccapacità della Cina. Nonostante le smentite, la Cina produce più di tutti i Paesi del G7 messi insieme. La sua strategia industriale è sempre più focalizzata sulla spinta dell’export e questo ha ricadute sempre più preoccupanti per il resto del mondo. Come G7, abbiamo interesse a garantire che i mercati mondiali operino in modo equo, senza distorsioni». In questo scenario va inquadrato il recente annuncio sui dazi europei da imporre ai veicoli elettrici cinesi.


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