G7 Italia, il Papa: «Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano» – Il video
Bari – Quasi tutti in piedi i leader del mondo all’ingresso di Papa Francesco nella sala di Borgo Egnazia che ospita la sessione sull’intelligenza artificiale. Giro di tavolo in sedia a rotelle per il pontefice, abbracciato con calore dal connazionale Javier Milei. Pacca affettuosa dal brasiliano Lula, stretta di mano e breve colloquio con l’americano Joe Biden e un dialogo fitto rivolto a Recep Tayyip Erdoğan. Poi, il Papa prende posto accanto a Giorgia Meloni, che ha introdotto i lavori: «È un momento storico, non ringrazierò mai abbastanza Sua Santità per essere qui, è un grande onore». Il Papa mostra due versioni del discorso, «una lunga e una breve, ma leggerò quella breve», sorride, prima di esordire definendo l’intelligenza artificiale «uno strumento affascinante e tremendo». È una rivoluzione nella quale il capo di Stato Vaticano vede il rischio di «un aumento delle ingiustizie».
Pro e contro
L’intelligenza artificiale «da un lato entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire». Tra gli esempi positivi, il Papa ha citato «la democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti». Al tempo stesso, i pericoli di questa tecnologia consistono nell’eventualità di «una più grande ingiustizia fra Nazioni avanzate e Nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi». Ne risentirebbe lo sviluppo di «una “cultura dell’incontro”», che lascerebbe il posto a «una “cultura dello scarto”».
Etica
Il Papa ha chiesto ai membri del G7 e ai leader degli altri Paesi partecipanti alla sessione outreach uno sforzo affinché l’intelligenza artificiale sia coniugata con l’etica. «Solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di coltivare e custodire il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica». In sintesi, per il pontefice è indispensabile che il controllo delle tecnologie resti nelle mani umane, «altrimenti dipenderemo dalle macchine».
Armi letali autonome
L’avvertimento di sua santità è netto: «Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine. Abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana». Su questa linea, Papa Francesco ha esortato i presenti a «bandire le armi letali autonome». E ha approfondito il tema: «In un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette “armi letali autonome” per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano».
Educazione
«Molti di noi sono rimasti colpiti dalle applicazioni facilmente disponibili on-line per comporre un testo o produrre un’immagine su qualsiasi tema o soggetto. Particolarmente attratti da questa prospettiva sono gli studenti che, quando devono preparare degli elaborati, ne fanno un uso sproporzionato», ha detto il Papa, entrando nell’ambito educativo dell’intelligenza artificiale. Il cui abuso, tuttavia, espone «al rischio di legittimare delle fake news e di irrobustire il vantaggio di una cultura dominante. Ma anche di minare il processo educativo in nuce. L’educazione che dovrebbe fornire agli studenti la possibilità di una riflessione autentica rischia di ridursi a una ripetizione di nozioni, che verranno sempre di più valutate come inoppugnabili, semplicemente in ragione della loro continua riproposizione».
Politica
«Spetta a ognuno fare buon uso» dell’intelligenza artificiale, ha concluso il Papa, e «spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso». Davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato, ha aggiunto il pontefice, «la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura. La società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo».
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