Il diktat di Putin ai leader del G7: «Russia pronta alla pace se riconoscete le annessioni, l’Ucraina rinuncia alle armi e a entrare nella Nato»
Mentre i leader del G7 sono riuniti a Borgo Egnazia, e alla vigilia della conferenza di pace organizzata dal governo di Volodymyr Zelensky in Svizzera, Vladimir Putin sfodera la mossa a sorpresa, proponendo all’Occidente la sua ricetta per un duraturo cessate il fuoco in Ucraina. Ancora di più, nelle sue parole. «Oggi facciamo una proposta reale di pace: stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma
della sua cessazione totale», ha detto il presidente russo parlando al ministero degli Esteri di Mosca. In cosa consiste la proposta, dunque? Il Cremlino si dice pronto a un cessate il fuoco e all’avvio di negoziati «se le truppe ucraine si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson, e se Kiev si impegnerà a non aderire alla Nato». Altrimenti detto, da un lato Putin chiede che l’Ucraina e il mondo riconoscano formalmente l’annessione delle regioni ucraine strappate nell’ultimo biennio (e da prima) con la forza. «I diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti, le nuove realtà territoriali, lo status delle repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute», argomenta Putin, aggiungendo che «queste disposizioni basilari dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali» e che «naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia». Non solo però, perché dall’altra parte l’autocrate di Mosca che l’Ucraina attraversi un processo di «smilitarizzazione e denazificazione», compresa la rinuncia a qualsiasi arma nucleare, che la conduca ad avere «uno status neutrale, non allineato» (fuori da ogni alleanza occidentale, dunque).
Prendere o lasciare
Per Putin la conferenza di pace che si apre domani in Svizzera non è che «un altro trucco che mira a distogliere l’attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina e per dare ancora una volta un’apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine. Evidentemente – affonda velenoso il leader del Cremlino – l’Occidente non ha abbandonato l’idea di formare una sorta di coalizione internazionale antirussa e di dare l’impressione di esercitare pressioni sulla Russia». Con l’altra mano Putin prova a tendere invece un’offerta agli europei appena accorsi alle urne per rinnovare l’Ue. «Se l’Europa vuole rimanere uno dei centri indipendenti di sviluppo del mondo, deve avere buone relazioni con la Russia, e Mosca è pronta per questo». Alle sue condizioni, s’intende. Prendere o lasciare. «Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa. Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno – è la minaccia finale – si assumeranno la responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue».
L’ira dell’Ucraina
Immediata e gelida la reazione delle autorità ucraine. «Non ci sono nuove ‘proposte di pace’ dalla Russia», chiude la questione il consigliere di Zelensky, Mikhaylo Podolyak. «Naturalmente non vi è alcuna novità, nessuna reale proposta di pace e nessun desiderio di porre fine alla guerra. C’è semmai il desiderio di non pagare per questa guerra e di continuarla in nuove forme. È tutta una farsa. Perciò, ancora una volta, liberatevi delle illusioni e smettetela di prendere sul serio le ‘proposte della Russia’ che offendono il buon senso», si sfoga Podolyak su X. «L’entità Putin ha espresso solo lo ‘standard dell’aggressore’, che è già stato ascoltato molte volte. Il suo contenuto è piuttosto specifico, altamente offensivo per il diritto internazionale e parla in modo assolutamente eloquente dell’incapacità dell’attuale leadership russa di valutare adeguatamente la realtà. Punto per punto, la proposta della Federazione
russa si presenta così: 1) Dateci i vostri territori; 2) Rinunciate alla vostra sovranità e soggettività; 3) Rimanete senza protezione (nessuna appartenenza ad alleanze); 4) Togliere (insieme ai Paesi occidentali) tutte le sanzioni in toto e immediatamente in modo da poter riempire la nostra economia
militarizzata e fare maggiori investimenti in provocazioni informative in tutto il mondo. La cosa più importante è il punto 5) Risolviamo urgentemente il ‘non fallimento della Russia’ a spese dell’Ucraina». Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, da parte dell’autocrate di Mosca.