Perché gli ebrei Lgbtq+ rinunciano al Pride: «Traditi e abbandonati dalla nostra stessa comunità»

A Bergamo il comune toglie il patrocinio alla manifestazione, a Torino alcune associazioni si sfilano per solidarietà

Non ci saranno associazioni ebraiche tra i partecipanti del Pride nelle principali città italiane. Oggi, sabato 15 giugno, per le strade della Capitale – e non solo – si terrà l’annuale parata simbolo della comunità Lgbtq+. Ma Keshet Italia, la principale organizzazione ebraica queer, ha annunciato che non parteciperà alle manifestazioni per l’orgoglio dell’identità sessuale. «Abbiamo tentato di tutto per capire anche con gli organizzatori se si potesse partecipare in sicurezza, ma alla fine abbiamo dovuto arrenderci e non ci saremo», spiega a Repubblica Raffaele Sabbadini, tra i fondatori dell’associazione. Il motivo dell’assenza? «I crescenti timori di aggressioni dovuti al clima d’odio attorno alla nostra partecipazione», spiega il fondatore di Keshet Italia. Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, solidarizza con la comunità ebraica Lgbtq+ e risponde: «È una sconfitta per tutti quando succedono queste cose. Abbiamo sempre aperto le porte a tutti».


Il caso di Bergamo

A Bergamo, gli organizzatori hanno diramato una nota per far sapere che «non saranno gradite bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo Stato di Israele». Una decisione che Raffaele Sabbadini definisce «una vera e propria discriminazione». A contestare la linea degli organizzatori è anche lo stesso Comune di Bergamo, con il sindaco Giorgio Gorineoeletto europarlamentare con il Pd – che ha tolto il patrocinio alla manifestazione. «Ci sentiamo abbandonati e traditi dalla comunità di cui facciamo parte», scrive Keshet Italia nella nota in cui annuncia che non parteciperà alle parate dei Pride.


E quello di Torino

La partecipazione della comunità ebraica al Pride ha fatto litigare non solo i partecipanti della parata di Bergamo, ma anche quelli di Torino. Nel capoluogo piemontese, i Radicali dell’associazione Aglietta hanno deciso che per la prima volta non parteciperanno al Torino Pride. Una decisione presa per «supportare il grido d’allarme» dell’associazione Keshet Italia e denunciare «l’atteggiamento escludente dei Pride nei confronti delle persone ebree». Fra le altre sigle che non saranno presenti alla parata torinese, per gli stessi motivi denunciati dai Radicali, ci sono anche +Europa Torino, Radicali Italiani, Italia Viva Torino, Associazione Marco Pannella di Torino, Associazione Italia Israele, e Gruppo Sionistico Piemontese.

In copertina: Una bandiera esibita al Gay Pride di Gerusalemme nel 2016 (EPA/Abir Sultan)

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