Al via il summit svizzero per la pace in Ucraina. Scholz: «Il piano di Putin non è serio». Stop della Germania alle nuove sanzioni a Mosca

Pechino assente al summit, ma lancia l’appello: «Kiev e Mosca si incontrino a metà strada»

Dopo il G7 in Puglia è tempo della conferenza di pace a Stansstad, in Svizzera. Oggi, sabato 15 giugno, si apre in un blindatissimo resort svizzero il primo Summit sulla Pace in Ucraina, fortemente voluto dal presidente Volodymyr Zelensky per convincere sempre più Paesi a sostenere la formula di pace in dieci punti di Kiev. La grande assente del vertice – oltre alla Russia, che non è stata invitata – è la Cina. Alla vigilia del summit svizzero, il vice rappresentante permanente presso l’Onu, Geng Shuang, ha invitato Russia e Ucraina a «incontrarsi a metà strada» e «avviare tempestivamente i colloqui di pace per raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra».


Scholz: «Il piano di Putin non è serio»

Venerdì 14 giugno, alla vigilia del summit in Svizzera, il presidente russo Vladimir Putin ha delineato il proprio piano di pace. Un documento che contiene innanzitutto due richieste: l’impegno da parte di Kiev di non aderire alla Nato e il ritiro completo delle truppe ucraine dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson. A bocciare la proposta è il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui il piano di Putin per fermare la guerra in Ucraina «non è serio» e «punta solo a distrarre» dal vertice in corso oggi in Svizzera. «Quello di cui abbiamo bisogno non è una pace dettata, ma una pace giusta», ha aggiunto Scholz.


Il nodo delle sanzioni

E sempre a proposito di Russia, scoppia una nuova polemica sulle sanzioni. Secondo Politico, i rappresentanti permanenti dell’Ue non sono riusciti a trovare un accordo sul nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca a causa dell’opposizione della Germania. Berlino, scrive la testata, «è preoccupata per l’ampliamento di una misura che costringerebbe le aziende dell’Ue a garantire che i loro clienti non possano vendere beni sanzionati a Mosca». Una misura che, se estesa anche ai prodotti di uso civile, secondo Scholz potrebbe avere conseguenze pesanti per le aziende tedesche. La Commissione europea, scrive Politico, sta trattando con Berlino per convincere la cancelleria tedesca a revocare il suo veto. Nel frattempo, Scholz respinge ogni accusa di ostruzionismo: «Non stiamo bloccando le sanzioni. Vogliamo garantire che tutto venga gestito nel modo più pragmatico possibile, come per tutti gli altri pacchetti».

Il summit in Svizzera

Al vertice del 15 e 16 giugno in Svizzera parteciperanno 57 capi di Stato e di governo e 92 nazioni. Tra i punti all’ordine del giorno ci sono tre dei 10 punti del piano di pace ucraino, vale a dire: la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e il ritorno degli ucraini (compresi i bambini) detenuti dalla Russia. I restanti punti, che comprendono il ritiro completo delle forze russe dal territorio ucraino, saranno affrontati in una fase successiva. Al summit di Stansstad ci sono però due grandi assenti: la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping. Il primo non è stato proprio invitato, mentre il secondo ha declinato l’invito.

In copertina: I preparativi per il summit di pace in Svizzera, 14 giugno 2024 (EPA/Urs Flueeler)

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