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Taylor Swift fa impazzire pure i mercati: ecco perché il suo tour può influire sui tassi d’interesse in Regno Unito

15 Giugno 2024 - 22:14 Diego Messini
La star americana è appena sbarcata a Liverpool per tre concerti sold out. E ad agosto potrebbe seriamente condizionare le scelte della Bank of England

Il ciclone Taylor Swift non ha fatto in tempo ad arrivare sul Regno Unito – stasera si tiene il terzo di tre concerti a Liverpool, cui seguirà una data a Cardiff, poi tre show a Londra – che già gli osservatori sono sbalorditi dalla portata del fenomeno. Non si parla solo di critici musicali o antropologi, interessati a capire le ragioni dietro al successo stellare di Swift tra i giovanissimi di mezzo mondo. Pure gli economisti hanno capito di dover fare i conti con quel che l’Eras Tour – questo il nome della tournée – comporta. Di più, gli stessi decisori di politica monetaria. Secondo una serie di analisti consultati dalla testata economica Cnbc, infatti, l’impatto economico della sfilza di concerti che Taylor Swift farà nel Regno Unito potrebbe essere tale da spingere la Bank of England a modificare le sue decisioni, rinviando il previsto taglio dei tassi d’interesse. Com’è possibile? Presto detto: è ormai assodato come in pressoché ogni città dove porta il suo tour Taylow Swift ha il “potere magico” di far decollare i prezzi di hotel, voli, ristoranti e altri servizi, perché a crescere esponenzialmente è pure la disponibilità a spendere dei suoi fan. Gli economisti parlano di «Swiftflation» per inquadrare la specifica impennata dei prezzi che coincide con il passaggio del ciclone Swift. Ora l’artista americana non limiterà le sue date britanniche a questo passaggio di metà giugno. Dopo aver girato mezza Europa – il 13 e 14 luglio si esibirà pure a San Siro, nelle uniche due date italiane del tour – Swift tornerà a calcare il prato dello stadio di Wembley, a Londra, per ben cinque serate tra il 15 e il 20 agosto. Nel pieno dell’estate e della stagione turistica, dunque.

I conti (da rifare) in Banca

Si dà il caso che proprio tra agosto e settembre sia atteso dai mercati il primo taglio dei tassi d’interesse da parte della Bank of England dall’attuale livello record (da 16 anni) del 5,25%. Ma la conditio sine qua non perché il board dell’istituzione monetaria rompa gli indugi è – teoria economica prescrive – un’indicazione chiara che il tasso d’inflazione sia sotto controllo e anzi in traiettoria discendete. Ora, sostengono diversi seri analisti, la fiammata dei prezzi attorno al ciclone Swift potrebbe mettere in seria difficoltà i decisori della Bank of England. «Al momento perveniamo ancora un taglio ad agosto, ma i dati sull’inflazione di quel mese potrebbero spingere il Comitato di politica monetaria alla prudenza a settembre», hanno detto gli analisti in capo della banca d’investimenti TD Securities a Cnbc. E la banca centrale del Regno, che ne dice? Ufficialmente non si scomoda a rispondere sul possibile impatto del fenomeno Taylor Swift, ma fa sapere che il suo Comitato di politica monetaria «guarda a un’ampia gamma di indicatori economici quando prende le sue decisioni sui tassi d’interesse».

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