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Montesilvano, mamma si suicida sui binari tenendo la figlia di 10 anni per mano. Il marito: «Soffriva di depressione, l’ho esortata ad andare in ospedale»

16 Giugno 2024 - 11:19 Redazione
Secondo il racconto dell'uomo a Il Messaggero la donna rifiutava alcune cure perché temeva che le portassero via la bambina

Una mamma, di 40 anni, si è suicidata trascinando con sé la figlia di 10 sui binari alla stazione di Montesilvano, in Abruzzo. Soffriva di depressione e non voleva curarsi perché aveva paura che le togliessero la bambina. Le due sono state travolte da un treno Frecciarossa. L’intera comunità locale è sotto choc, così come il marito e padre delle vittime che a Il Messaggero spiega come avesse fatto di tutto per spingere la moglie, con cui era sposato da 15 anni, a curarsi. «Soffriva di depressione ed era seguita da una psicologa. Però non voleva seguire determinate cure e terapie per paura che le togliessero la nostra figlia. Negli ultimi tempi, non riusciva a risollevarsi dal malessere, si sentiva minacciata sempre più dalle persone con cui condivideva giochi sul web e sui social. Si rifugiava in queste cose, fumando tantissimo, e per questo l’ho esortata ad andare in ospedale, dove sembrava finalmente convinta di sottoporsi alle terapie che al pronto soccorso le hanno consigliato con un certificato», racconta al quotidiano. Il giorno del tragico gesto l’uomo era al lavoro, pensava ed era certo che la moglie e la bambina fossero in compagnia di un’amica dopo una visita in ospedale. Poi ha saputo che le due, per volontà della piccola, erano andate in un fast-food vicino alla stazione di Montesilvano. Lui, titolare di una ditta e distrutto dal dolore, non avrebbe mai immaginato quell’epilogo. Le salme sono state restituite alla famiglia e si terrà una celebrazione laica prevista per mercoledì prossimo, a Marina di Città Sant’Angelo nella casa funeraria Il Giardino della Luce. La piccola avrebbe anche dovuto essere battezzata e diventare cattolica e avrebbe poi fatto anche la prima comunione, come richiesto al parroco, don Valentino Iezzi.

(foto di Johannes Plenio su Unsplash)

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