La tuffatrice che accusa Andreas Sargent Larsen di violenze: «Mi faceva sempre sentire in colpa»
Si chiama Valeria la tuffatrice che ha denunciato Andreas Sargent Larsen, suo fidanzato e diver da medaglia d’oro agli ultimi Europei. La ragazza deve affrontare gli esami di maturità e stacon lui da quando ha 15 anni. Ha raccontato che la sua faccia è stata sbattuta sul volante e che un cuscino è stato usato per soffocarla. Dice di aver sopportato tutto questo «perché ero innamorata, per me esisteva solo lui. Ero piccola», racconta a Repubblica. Lo conosce da quando aveva 13 anni: «La mia allenatrice, Benedetta Molaioli, lo aveva portato a Roma dalla Danimarca. Aveva smosso mari e monti. Ci preparavamo insieme ed è nata un’amicizia, che, piano piano, è diventata un rapporto più personale. Non è mai stato semplice, neppure per un minuto. Poteva sembrare fossimo una coppia felice, lui era gentile con i miei genitori, ma non era così. A mia madre tante cose non le ho mai raccontate. Ero piccola e ho accettato situazioni che avrei dovuto liquidare subito. Gli chiedevo scusa per ogni cosa, mi faceva sempre sentire in colpa».
«Mi faceva sentire sempre in colpa»
Valeria da dicembre ha lasciato il Circolo Canottieri Aniene, squadra di vertice del nuoto nazionale di cui è presidente Giovanni Malagò, il responsabile del Coni. «Non potevo più restare, avevo perso la fiducia nella mia allenatrice. Mi ha lasciata indifesa, ha sempre tutelato il suo pupillo. Quando sono andata da lei, devastata e spaventata per quello che stava accadendo, mi ha zittita: “Per me Andreas è un bravo ragazzo”, ha detto. “Ti stai facendo troppi problemi, non me ne parlare più”. A mia madre ha spiegato che la violenza che subivo dipendeva dai miei atteggiamenti», racconta. Perché, dice «forse Molaioli pretendeva che una ragazzina non parlasse con nessuno in piscina e camminasse con lo sguardo basso per evitare la gelosia del tuffatore che proteggeva. Non ho mai capito davvero: che avrei dovuto fare, escludermi? Io non ho mai avuto atteggiamenti equivoci, non ho fatto nulla per far ingelosire Andreas. Lui, invece, mi ha tradito».
Andreas Sargent Larsen
Valeria spiega che Andreas Sargent Larsen è protetto «perché serve alla nazionale italiana, individuale e a squadre». Sulle Olimpiadi di Parigi dice che «ero stata inserita nel progetto per gli Europei del sincrono, ma ai giovanili mi è uscita la spalla dopo un tuffo. Mi hanno operato, ho fatto un anno di riabilitazione. Era un momento duro, ma mi stavo impegnando per i Giochi di Parigi. Se mi fossi potuta allenare come gli altri credo che, sì, ce l’avrei fatta. Non mi hanno dato la possibilità». Lui invece ci andrà: «Mi sembra un’ingiustizia, ma sono così delusa e scioccata che posso dire che me lo aspettavo». Adesso le rimane lo sport: «Spero di avere un minimo di giustizia e di andare avanti. Nel mio futuro ci saranno i tuffi. Potranno provare a bloccarmi, ma ci proverò fino all’ultimo».
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