Vertici europei, i quattro nomi sul tavolo: von der Leyen alla Commissione, Metsola al Parlamento, Costa al Consiglio e Kallas Alto rappresentante

Il cancelliere tedesco Scholz, in Belgio come tutti i leader dei 27 Paesi Ue, spinge per proseguire in continuità con le alleanze dell’ultima legislatura: «Non servono aperture ai partiti di destra, c’è già una maggioranza stabile»

I capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri dell’Unione europea sono riuniti a Bruxelles per intavolare le trattative sulle cariche di vertice della prossima legislatura. L’esito delle ultime elezioni ha ridefinito gli equilibri dei gruppi all’Europarlamento, ma i numeri consentono comunque la formazione della stessa maggioranza che ha permesso l’investitura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione. Le dichiarazioni espresse dai leader in queste ultime settimane sembrano condurre a un bis della spitzenkandidat tedesca. La partita più interessante sembra ormai basarsi su chi avrà accesso alla coalizione che la sosterrà. La copresidente dei Verdi, Terry Reintke, anche lei a Bruxelles per la cena dei leader che si tiene questa sera – 17 giugno – ha dato la disponibilità del suo gruppo «a entrare in una coalizione a sostegno della presidenza della Commissione europea per proseguire le politiche del Green Deal, ma mai con una partecipazione formale anche di Fratelli d’Italia».


Scholz: «Non vogliamo alcun sostegno da partiti e populisti di destra»

Chi respinge nettamente una sorta di alleanza con Giorgia Meloni e i Conservatori è il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Al suo arrivo all’incontro informale, ha dichiarato di voler proseguire in continuità con lo schema dell’ultima legislatura: «È molto chiaro che non dovrebbe esserci alcun sostegno in Parlamento per la presidenza della Commissione, che si basi su partiti di destra e su populisti di destra. C’è una maggioranza stabile delle piattaforme politiche che finora hanno collaborato strettamente in Parlamento. Dal Partito popolare europeo, Socialdemocratici e Liberali. Ci sono anche altri che si adattano un po’ politicamente ma essenzialmente questa è la base per sostenere la presidenza della Commissione. Sono assolutamente sicuro che riusciremo a raggiungere un’intesa tra le famiglie politiche, ma anche tra i Paesi europei, nel più breve tempo possibile».


Tajani: «Bisogna aprire ai Conservatori»

Il partito che dà le carte, in questa fase, non è tuttavia quello di Scholz: i Socialisti sono secondi, per numero, nell’Europarlamento. I Popolari – di cui von der Leyen è esponente – sono invece il gruppo più cospicuo. Antonio Tajani, che è vicepresidente del Ppe, ha alzato la posta in gioco: prima ha invitato a «non chiudere le porte – della maggioranza – ai Conservatori, perché sono una realtà così variegata», poi ha chiesto per i Popolari cinque anni di presidenza dell’Europarlamento, e non due anni e mezzo come avvenuto nella scorsa legislatura. Il segretario di Forza Italia, a margine della riunione odierna dei Popolari, ha anche parlato dei posti che spetterebbero – a suo dire – all’Italia: «Dobbiamo avere un vicepresidente e un portafoglio – ovvero, un commissario – di grande importanza». Il suo gruppo presenterà von der Leyen per la presidenza della Commissione europea e Roberta Metsola per la presidenza del Parlamento europeo.

I nomi sul tavolo: von der Leyen presidente della Commissione, il socialista Costa presidente del Consiglio Europeo e la liberale Kaja Kallas Alto rappresentante Ue

Il terzo nome che circola per la presidenza dell’altro organo istituzionale europeo, il Consiglio, è quello di Antonio Costa. Sull’ex premier portoghese, Socialista, i Popolari hanno espresso «qualche perplessità». È lo stesso Tajani a spiegarlo: «Qualcuno teme che non sia abbastanza fermo sulla questione ucraina però il dibattito è aperto». Ma non ci sono soltanto le cariche ai vertici della Commissione, del Parlamento e del Consiglio da attribuire. Per il ruolo di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – una sorta di ministro degli Esteri potenziato rispetto agli altri commissari europei -, è in gara la premier estone Kaja Kallas, membro dei Liberali. Mentre i leader sono riuniti a Palazzo Europa, emerge quasi unanime l’esigenza di procedere rapidamente all’individuazione dei vertici europei della prossima legislatura. Metsola ha fatto intendere che il percorso si sta sviluppando in un clima positivo, sostenendo che i leader «sono pronti per l’elezione del presidente della Commissione già a luglio». Come lei, è apparso ottimista il premier olandese Mark Rutte: «Bisogna vedere se il pacchetto sopravvivrà stanotte. E penso che sopravvivrà».

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