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“Volete davvero Marine Le Pen?”. La campagna per le elezioni in Francia al via: «Dietro l’estrema destra c’è la Russia»

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La corsa al voto del 30 giugno. I sondaggi e le alleanze. Gli appelli dei calciatori contro i partiti razzisti. Lévy: le connessioni di Rn, Meloni e Salvini con Putin

Pronti, partenza, via. In Francia comincia la campagna elettorale per il primo turno delle elezioni legislative, che si terrà il 30 giugno. Tutti i candidati dei 577 seggi parlamentari si sono registrati entro le 18 di domenica. I sondaggi dicono che il Rassemblement National di Marine Le Pen è accreditato di circa il 30% dei voti. Il suo presidente Jordan Bardella punta alla poltrona di premier, mentre la leader del partito Marine Le Pen ha detto che con chiederà le dimissioni di Emmanuel Macron in caso di vittoria. Intanto il filosofo francese Bernard-Henry Lévy dice che Le Pen è «Una Meloni francese sommata a Salvini. Le Pen e Bardella sono, insieme, Meloni e Salvini. L’estrema destra francese conduce da 10-15 anni una campagna con soldi russi. Anche l’estrema destra italiana è finanziata con soldi russi. Per esempio Salvini».

Le alleanze

L’annuncio dell’alleanza con i Repubblicani aveva portato molto rumore. Il presidente Eric Ciotti però non è stato seguito da suoi dirigenti ma ha stipulato lo stesso un accordo elettorale con Rn. Anche Riconquista di Eric Zemmour ha annunciato che non si presenterà in quasi la metà dei collegi elettorali per non favorire «gli artefici dell’unità nazionale». Ovvero il Nuovo Fronte Popolare, oggi accreditato del 25% delle intenzioni di voto. Il programma economico prevede un salario minimo di 1.600 euro, l’addio alla riforma delle pensioni e l’indicizzazione dei salari all’inflazione. Ma il ministro dell’Economia Bruno Le Maire lo definisce come disastroso. Il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato misure per sostenere il potere d’acquisto, come il taglio delle bollette dell’elettricità.

I sondaggi

Il partito di Macron invece è accreditato del 20% dei voti e ha deciso di non presentare candidati in una ventina di collegi elettorali ritenuti perdenti. L’ex presidente François Hollande ha sorpreso tutti annunciando la sua candidatura con i socialisti. 400 saranno invece i candidati anti-Ciotti di Lr. Intanto la sinistra porta in piazza 640 mila persone contro l’estrema destra francese e calciatori come Kylian Mbappé e Marcus Thuram fanno appelli al voto. Come il padre di quest’ultimo, Lilian. Nell’intervista che rilascia a Repubblica Bernard-Henry Lévy spiega che secondo lui «queste elezioni sono un’operazione-verità. La domanda che pone Macron è la seguente: “Volete davvero Marine Le Pen al potere?”. Volete davvero che i populisti di estrema destra si impadroniscano delle istituzioni?».

Il filosofo

Lévy dice che dietro il boom dell’estrema destra alle elezioni c’è una parte di responsabilità della sinistra francese, che «ha accettato di scendere a compromessi su cose essenziali. Poi ci sono quelli che io chiamo conservatori onesti, che da anni fanno compromessi con Le Pen, giocano sull’ambiguità. Finché tutto questo non presenta il conto». E poi torna sui soldi della Russia all’estrema destra francese: «L’Unione Sovietica è crollata a causa dell’America, del Papa, dei dissidenti sovietici e per via dell’Europa. Putin lo ha detto nelle sue riunioni al club Valdai e ha additato l’Europa come una delle responsabili del disfacimento dell’Urss, per lui la più grande catastrofe del ventesimo secolo. Il secondo motivo è l’ideologia. Non bisogna mai sottovalutare i dittatori, vederli soltanto come bestie affamate di potere. Sono degli ideologi, e lo è Putin. Crede in una nuova Europa che ridurrà le libertà, che spianerà lo stato di diritto, che privilegia i legami di sangue su quelli di cittadinanza».

La metafisica putiniana

Per il filosofo «c’è persino una metafisica putiniana, che contrappone quello che i suoi ideologi chiamano la “tellurocazia”- il potere della terra, della grande sterminata terra russa – alla “talassocrazia”, l’apertura verso il mare e l’occidente. Tra gli ideologi che lo ispirano c’è Aleksandr Dugin, che a queste teorie somma razzismo e anti-semitismo fino alla promozione di un’alleanza con l’islamismo radicale. Nello schema tellurocratico caro a Dugin c’è anche un progetto di una grande alleanza tra ciò che chiama l’anima slava e l’islamismo radicale più violento. Putin ha dichiarato che il principale ostacolo per costruire questa Eurasia tellurocratica è l’Europa come la pensiamo noi. E si fa in quattro per indebolire le democrazie».

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