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«Von der Leyen ha insabbiato un report critico per ingraziarsi il voto di Meloni». Il portavoce smentisce: «L’agenda è indicativa, lo pubblicheremo quando sarà pronto»

17 Giugno 2024 - 15:33 Bruno Gaetani
Il report annuale sullo stato di diritto avrebbe evidenziato criticità sull'Italia. Ma dallo staff della Commissione dicono che il rinvio della pubblicazione non c'entra con le trattative per formare il nuovo esecutivo Ue

Le trattative per la composizione della prossima Commissione europea stanno per entrare nel vivo. Alla cena informale del Consiglio europeo in programma per oggi, lunedì 17 giugno, i leader dei 27 Paesi Ue discuteranno tra le altre cose proprio di chi guiderà l’esecutivo Ue per i prossimi cinque anni. La grande favorita è Ursula von der Leyen, attuale inquilina di Palazzo Berlaymont, che da mesi corteggia potenziali alleati – sia a destra che a sinistra – per incassare il via libera a un suo secondo mandato. In campagna elettorale, von der Leyen ha rivendicato l’asse con la premier italiana Giorgia Meloni, lasciando intendere che potrebbe chiedere i voti anche alla sua delegazione di 24 europarlamentari. Per non compromettere questa trattativa, rivela Politico, la presidente della Commissione europea avrebbe insabbiato un report che critica il governo italiano e il suo rapporto con la stampa.

Tutto rinviato a dopo l’estate

Secondo quanto riportato da quattro funzionari Ue, un’indagine della Commissione avrebbe evidenziato un peggioramento dell’indice della libertà di stampa in Italia da quando Giorgia Meloni è approdata a Palazzo Chigi nel 2022. Il report, che viene pubblicato con cadenza annuale, esamina nel dettaglio in che misura i 27 Paesi Ue rispettano lo stato di diritto. La data di approvazione del documento era fissata per il 3 luglio, ma – rivela Politico – Bruxelles ha deciso che se ne riparlerà solo dopo la nomina della prossima presidente della Commissione europea, ossia tra fine luglio e metà settembre. Si tratta di una tempistica insolita e, spiegano i funzionari Ue, «politicamente motivata». Secondo Politico, von der Leyen teme che la pubblicazione del report possa incrinare i rapporti con Meloni in un momento chiave per la decisione su chi guiderà il prossimo esecutivo comunitario.

La smentita del portavoce della Commissione

Eric Mamer, portavoce dell’organo esecutivo dell’Ue, ha smentito la ricostruzione fatta da Politico. «Vogliamo che la qualità del report sia impeccabile» ha detto, spiegando che l’agenda pubblicata dalla Commissione non è rigida, ma «indicativa». Il report sullo stato di diritto dei 27 Paesi membri, ha aggiunto, «è stato tradizionalmente pubblicato a luglio in diversi momenti del mese, una volta addirittura a settembre». Mamer non ha commento i contenuti del report in lavorazione, ribadendo che il documento sarà presentato solo quando avrà raggiunto la forma finale «il collegio dei commissari Ue sarà in grado di adottarlo». Sulle questioni relative alla libertà di stampa in Italia, che sarebbero confluite nel paper, il portavoce ha semplicemente affermato che «la relazione sullo stato di diritto analizza diverse dimensioni e si basa sui fatti. Questo è ciò che conta».

Cosa dice il report Ue

Secondo quanto ricostruito da Politico, il report della Commissione avrebbe evidenziato un aumento delle interferenze del governo italiano sui media, diventate una prassi comune negli ultimi due anni. In particolare in Rai, dove i sindacati hanno protestato più volte per chiedere indipendenza e autonomia giornalistica. Secondo un funzionario Ue, «c’è una chiara volontà di frenare su tutte le questioni che riguardano l’Italia e il rispetto dello stato di diritto». Questa situazione avrebbe creato qualche disagio ai dipendenti di Palazzo Berlaymont, anche se Olof Gill, portavoce della Commissione, smentisce questa ricostruzione: «I report sullo stato di diritto – ha precisato a Politico – sono ancora in fase di preparazione. Copriremo gli sviluppi dell’ultimo anno in modo fattuale e oggettivo, come abbiamo sempre fatto».

In copertina: Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni al G7 di Borgo Egnazia, 13 giugno 2024 (ANSA/Ettore Ferrari)

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