«Ho perso la strada»: così è morto il generale Claudio Graziano

Il biglietto d’addio e il colpo di pistola nella notte tra domenica e lunedì. Lo psicologo: «Nessun lustro sociale riesce a sigillare la perdita di senso»

«Ho perso la strada». Nel biglietto d’addio lasciato dal generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri, c’è tutta la disperazione che lo ha spinto ieri a togliersi la vita con un colpo di pistola alla testa. Il riferimento è alla morte della moglie Marisa Lanucara avvenuta nell’aprile 2023. Mentre La Repubblica rivela una sua ultima confidenza che risale a una settimana fa: «Ci sarebbero tante cose da scrivere, il mondo sta andando in pezzi. Ma io adesso la sera faccio fatica, sento il vuoto». Graziano soffriva per la malattia della moglie e per la sua morte da molto tempo, scrive il quotidiano. Ora il governo dovrà individuare il suo successore al vertice dell’azienda di Stato. Le deleghe sono passate ad interim a Pierroberto Folgiero. Nei prossimi giorni si discuterà insieme alle altre nomine (Cdp, Rai, Fs).


La pistola e il biglietto d’addio

Graziano si è tolto la vita nella notte tra domenica e lunedì. Viveva in una palazzina a pochi passi dall’ospedale militare del Celio. A trovarlo è stato un carabiniere della sua scorta in mattinata. La pistola è stata trovata vicino al suo corpo. La procura di Roma, come atto dovuto, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per istigazione al suicidio. Servirà ad effettuare gli esami e le analisi per chiarire la dinamica del fatto. Le indagini sono affidate ai carabinieri. Graziano era rimasto vedovo ed era senza figli. Sarà il ministero della Difesa a occuparsi del cerimoniale per rendergli omaggio. Nato a Torino nel 1953, Graziano frequenta l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino dove si laurea. A Trieste consegue un’altra laurea e, a Roma, un Master. Poi da Ufficiale di fanteria, alpino, scala cariche alla “Taurinense” fino allo Stato Maggiore dell’ Esercito.


La carriera

Finisce in Mozambico, in missione di pace delle Nazioni Unite, poi è Addetto Militare all’Ambasciata d’Italia di Washington D.C. (Usa) e di nuovo in guerra. Comanda infatti la “Brigata Multinazionale Kabul” in Afghanistan. Nel 2007 è nominato Force Commander della missione UNIFIL in Libano, come Comandante delle Forze dell’ONU e Capo Missione per aiuti umanitari e di soccorso. Nel 2011 è Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, poi Capo di Stato Maggiore della Difesa; dal 2018 al 2022 è Presidente del Comitato Militare dell’Ue (European Union Military Committee). Graziano chiude la carriera alla presidenza di Fincantieri sostituendo, con Folgiero a.d., il ticket Giampiero Massolo e Giuseppe Bono. Insieme con altri quattro generali, era rimasto coinvolto nell’inchiesta sul Poligono di Teulada: a processo per un filone, richiesta di archiviazione per un altro.

Il suicidio

Lo psicologo Matteo Lancini su La Stampa oggi riflette sui casi di Graziano, del rettore dell’Università Cattolica di Milano Franco Anelli e di Anthony Bourdain, chef di fama internazionale che si è tolto la vita l’8 giugno 2018. «Nessun lustro sociale riesce a sigillare la perdita di senso», spiega il dottore. «Ogni fattore precipitante è unico e diverso da ogni altro ma una cosa li accomuna tutti: la perdita del futuro, la speranza nel futuro. Le indagini sui suicidi e i racconti di chi sopravvive al tentativo ci dicono che quasi sempre prima di cadere nella tentazione della morte volontaria l’individuo lancia un messaggio, effettua una telefonata, è animato da una flebile, a volte flebilissima intenzione comunicativa, si rivolge a qualcun altro, a uno o ad altri esseri umani». E questo perché «quando il mondo ti cade addosso e stai decidendo di abbandonarlo, solo la relazione con l’altro può farti cambiare idea».

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