Premierato, oggi il primo sì al Senato, con 109 voti contro 77 contrari
Il premierato passa la prima prova parlamentare al Senato, con 109 favorevoli, 77 contrari ed un astenuto. Per la maggioranza era importante evitare ogni tipo di incidente (come per l’opposizione era decisivo sfruttare l’occasione per serrare le fila). Per questo, la seduta che si è aperta oggi alle 15.30 al Senato è stata con numeri da grandi occasioni: tutti precettati in un campo e nell’altro. Da un lato il centrodestra, che sa, sulla carta di poter contare su 12 voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta (ma ha senatori anche tra i membri del governo e può registrare qualche malumore al suo interno). L’opposizione aveva un’agenda pienissima: discussione e voto, entro le 17.30 poi manifestazione in piazza contro l’autonomia differenziata e dopo l’aggressione al parlamentare dei cinque stelle Donno.
Le tensioni prima del voto
La riforma costituzionale che prevede – tra i punti principali – l’elezione diretta del presidente del consiglio, la «stabilizzazione» delle maggioranze parlamentari e l’eliminazione del potere di nominare senatori a vita nelle mani del Quirinale, è arrivata nell’aula principale di Palazzo Madama dopo settimane di tensioni. Prima nella commissione Affari costituzionali, guidata dal relatore Alberto Balboni (FdI), quindi in aula. lo scorso 13 giugno con l’Aventino di Pd, M5S e Avs che hanno lasciato i banchi del Senato, mentre si votavano gli ultimi articoli del testo. Il clima in aula è stato teso, con la Costituzione sventolata al momento del voto, ma nelle scorse settimane lo era stato ben di più: il 29 maggio si è giunti ad un passo dalla rissa – protagonisti il senatore di FdI Roberto Menia e il pentastellato Marco Croatti – e la tensione oggi era ancora palpabile.
Opposizioni unite (per una volta)
Se il voto della maggioranza era scontato, quello delle opposizioni rischiava di non essere compatto. «La destra sta mostrando un atteggiamento aggressivo sulle riforme – accusa Francesco Boccia, del Pd – confermato da quanto avvenuto alla Camera la scorsa settimana. Per questo, dopo il voto, saremo in piazza con le altre forze di opposizione contro le riforme del governo di Giorgia Meloni».
I senatori del M5S hanno scelto alla fine di partecipare al voto, esprimendosi contro, come annunciato da Stefano Patuanelli, dopo il confronto nella riunione dei gruppi, guidata da Giuseppe Conte. Anche Italia Viva ha valutato di votare contro, pur non partecipando alla manifestazione delle opposizioni. No deciso da Azione, con l’intervento di Carlo Calenda subito dopo il senatore a vita Mario Monti. L’unico astenuto è stato dunque Luis Durnwalder, di Svp.
Leggi anche:
- Premierato, bocciato il primo emendamento. Scatta il caos in Senato: Pd, M5S e Avs sventolano la Costituzione – Il video
- Superbonus, via libera allo spalma-crediti (con il voto di Italia Viva). Forza Italia si astiene, ma esulta per la Sugar Tax a luglio 2025
- Capelli d’Italia: il disegno di legge dei meloniani per istituire il registro dei parrucchieri al ministero del Made in Italy