«Lineup – tra palco e realtà»: il podcast di Open con gli artisti del Concertone. Il direttore Bonelli: «Raccontiamo i cantanti nella loro intimità»

Dodici puntate con i protagonisti della scena musicale italiana su Spotify. Si comincia giovedì 20 con Ariete

Artisti ed ospiti del Concertone del Primo Maggio di Roma raccontati come persone, cittadini, lavoratori, con i loro sogni, i loro incubi e le loro speranze. Questo è Lineup – tra palco e realtà, il podcast prodotto da ICompany e realizzato da Open. Si parte con Ariete, si prosegue con i Negramaro, e poi di seguito, ogni giovedì su Spotify: Colapesce e Dimartino, La Rappresentante di Lista, Zoro insieme a Rose Villain, Cosmo, Olly con gli Ex-Otago, Morgan, Ditonellapiaga con i Cor Veleno, Motta, Maria Antonietta e Colombre e Leo Gassmann con Piotta. Questi gli artisti che hanno aperto le porte della propria intimità, della loro vita lontani dal palcoscenico e dalla vita “dopata” dallo star system. L’idea è di Massimo Bonelli, direttore artistico del Concertone, che quest’anno ha festeggiato un successo clamoroso in termini numerici: 50 tra artisti e ospiti, quasi 2 milioni di spettatori, media share:11,9%. Dodici puntate in tutto con i protagonisti della scena musicale italiana, che mai si sono resi disponibili come in questo podcast.


Come mai un podcast?


«È un mezzo che mi affascina. Noi vogliamo rappresentare la musica dal basso, da marciapiede, siamo il primo accesso mainstream per l’artista che prova a fare il suo percorso musicale, vogliamo mantenere un contatto saldo con la base, con la musica suonata nelle camerette, nelle sale prove. Anche per questo abbiamo scelto di fare un podcast che raccontasse gli artisti nella loro intimità, per renderli meno distanti, più umani, con i loro sogni da persone e le loro aspettative da cittadini»

Tiriamo le somme del Concertone…

«È stata un’annata complessa perché il Circo Massimo aumenta le variabili di difficoltà organizzative per un evento come il Concertone. Si aggiungono la sovrintendenza, il parco archeologico, un’area estesa da presidiare. Poi la pioggia controvento, una faccenda quasi epica…mi sono anche spaventato, abbiamo dovuto interrompere. Ma in quella situazione drammatica, difficilissima, grazie all’esperienza di questi anni, abbiamo risolto, con tutti i cantanti che sono saliti sul palo in orario e risultati clamorosi….»

Più un mezzo miracolo: Ermal Meta che impugna una chitarra, intona Hallelujah di Leonard Cohen e il cielo che si apre…

«Quello si chiama karma, qualcuno lassù deve aver pensato “Guarda questi poveri disgraziati, contro tutti, con tutte le pressioni addosso…”. Quel giorno per una settimana ho detto “non voglio farlo più, è troppo stressante, troppo impattante”. Ma quando poi hai questi risultati non puoi proprio rinunciare»

Durante la conferenza stampa di presentazione, quando ancora Carlo Conti non era stato annunciato, tu hai fatto intendere che un’idea riguardo Sanremo ce la avresti…

«Mi hanno fatto una domanda ed io ho risposto. La Rai ha le sue dinamiche e un pò le conosco e quando mi chiamano faccio il massimo»

Be, cercavano un conduttore ed un direttore artistico, il secondo ce l’avevano già in casa e credo lo sapessero e sapessero anche quali sono le tue caratteristiche…

«Sono un musicista e un produttore e l’approccio quando faccio un evento, è artistico, guardo prima alla qualità e poi quanto mi rende…»

Questo forse poteva rappresentare un problema?

«Questo non lo so (e ride). Non mi sono proposto, mi hanno chiesto e ho detto di si perché solo un pazzo rifiuterebbe. Mi piace Sanremo, spero prima o poi di avere un ruolo editoriale»

Sempre in conferenza stampa avevi accennato qualcosa riguardo Sanremo Giovani.

«Si perché lì si può fare ricerca. Sanremo Giovani può permettersi di pescare da un’altra fonte rispetto la sezione Big. Se il Festival di Sanremo lo vincono Blanco o Angelina Mango, il concetto di Sanremo Giovani diventa superato. Se un giovane che fa quattro pezzi in quattro mesi è già considerato Big, allora il discorso dei giovani non vale più, sarebbe meglio chiamarle “Nuove proposte”. Se si vuole puntare ad un’offerta musicale adeguata, bisogna avere un numero più contenuto di proposte, per fargli avere più visibilità. Amadeus con quei numeri ha ragione su tutta la linea, ma c’è un tema di ecosostenibilità della musica»

Torniamo al Concertone, il sindaco Gualtieri ha detto che l’anno prossimo si potrà tornare in piazza San Giovanni…

«Come ha scritto Mogol: “Lo scopriremo solo vivendo”. Il Concertone del Primo Maggio è un evento nato a piazza San Giovanni e quella è la sua casa, sarebbe come il Festival di Sanremo senza l’Ariston, non riesco ad immaginarlo fatto altrove. Ma non ho notizie»

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