È morta la piccola Fatou, la bambina di 11 anni soccorsa in piscina durante la gita con l’oratorio. Il sospetto sul gioco finito male
È morta la bambina di 11 anni che lo scorso lunedì mattina era stata soccorsa in una piscina del parco acquatico Aquaneva di Inzago, nel Milanese. La piccola Fatou viveva a Caravaggio e da tre giorni era ricoverata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La bambina era in gita con il Cre dell’oratorio quando è avvenuto l’incidente. Oggi pomeriggio 20 giugno i macchinari che la tenevano in vita sono stati staccati ed è stata dichiarata la morte cerebrale. I famigliari in una nota si dicono «profondamente addolorati e confusi dalla terribile situazione che stiamo vivendo. Ribadiamo la richiesta di fornire qualsiasi informazione utile alle indagini, alle autorità competenti: ogni piccola informazione può aiutarci a far luce su questa vicenda». Fatou era arrivata dal Senegal solo lo scorso ottobre. Per i funerali sarà riportata nel suo Paese d’origine. Per coprire i costi del trasporto, la famiglia ha aperto una raccolta fondi.
«Vogliamo giustizia»
Sono due gli indagati per l’incidente dalla procura di Milano. Uno è il vicario parrocchiale di Caravaggio, in quanto responsabile della gita dell’oratorio. E poi uno dei bagnini del parco acquatico. Un atto dovuto, spiegano dalla procura, per permettere di ricostruire i fatti. «Siamo determinati, con il supporto dei nostri avvocati, a ottenere giustizia per Fatou – spiegano i famigliari- e a evitare che simili tragedie possano, in futuro, colpire altre famiglie. La nostra volontà più grande in questo momento è riportare la piccola Fatou nella terra dove è nata, dove sarebbe tornata, come diceva sempre, finita l’università in Italia. Vogliamo esaudire quest’ultimo desiderio in modo che possa ricongiungersi a tutta la sua famiglia natia e alla terra che l’ha vista crescere. Per questo abbiamo iniziato una raccolta fondi per permettere ai genitori di riportarla in Senegal»
L’ipotesi della sfida in apnea
La piccola Fatou era stata soccorsa dalla piscina dove l’acqua è profonda 1 metro e 60 centimetri. La bambina era in arresto cardiocircolatorio. È stata rianimata e portata d’urgenza in ospedale dove è rimasta in prognosi riservata. L’ipotesi più accreditata al momento è che la bambina stesse giocando con altri coetanei all’apnea, dopo aver raggiunto la piscina senza aver atteso gli accompagnatori.