L’ira di Micaela Ramazzotti dopo la lite con Virzì: «Tiene più all’immagine pubblica che alla sua famiglia»

L’attrice affonda il colpo contro l’ex marito, che si è invece trincerato nel silenzio invocando il «diritto alla riservatezza»

Se Paolo Virzì ha preferito chiudersi nel silenzio in virtù del «diritto alla riservatezza», l’ex moglie Micaela Ramazzotti non sembra mandarle a dire rispetto all’accesa lite che li ha visti coinvolti. «Non intendo entrare nel merito di vicende che, sono certa, verranno chiarite dalle Autorità giudiziarie a ciò preposte», premette l’attrice in merito alla pesante lite scoppiata tra i due ex coniugi, lunedì 17 giugno, in un ristorante a Roma, rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Ma poi affonda il colpo e replica alla posizione assunta dal regista. «Non resto sorpresa dall’affannoso tentativo di Paolo di voler preservare solo la propria immagine pubblica. D’altra parte, ha sempre tenuto più a quella che alla serenità della propria famiglia e dei propri affetti o presunti tali», chiosa.


La posizione di Virzì

Nella giornata di ieri, 19 giugno, il regista ci era andato molto cauto. «Non ho mai parlato nella mia vita professionale di fatti privati e non voglio cominciare adesso», aveva tagliato corto Virzì attraverso una dichiarazione diffusa dalla sua avvocata Grazia Volo. Per poi aggiungere: «Desidero solo, in questo doloroso frangente, ribadire che Micaela Ramazzotti è stata per me una donna importantissima, la madre di due miei figli e un’attrice di straordinario talento. Confido che troveremo tutti il modo di risolvere questo incidente». Cionostante, risulta che ieri il regista si è presentato di primo mattino alla stazione dei carabinieri dell’Aventino per presentare una denuncia per lesioni e violenza privata. E chi le avrebbe subite sarebbe la figlia di Virzì, che quella sera è stata portata in pronto soccorso e ha riportato alcuni graffi sulle braccia.


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