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Vaticano, monsignor Viganò a processo per scisma: «Ha negato la legittimità del Papa». L’ex nunzio Usa: «Per me è un onore»

20 Giugno 2024 - 17:37 Ugo Milano
Carlo Maria Viganò
Carlo Maria Viganò
La convocazione al Dicastero per la Dottrina della Fede dopo le ripetute accuse contro Bergoglio: rischia la scomunica

Delitto di scisma. È pesantissima l’accusa del Vaticano che pende sulla testa di monsignor Carlo Maria Viganò. L’ex nunzio apostolico negli Usa è considerato tra i capofila dell’opposizione interna al papato di Bergoglio. Più volte nel recente passato ha attacco frontalmente Papa Francesco, arrivando a chiederne le dimissioni. Oggi il Vaticano è passato al contrattacco: il Dicastero per la Dottrina della Fede lo ha infatti convocato affinché l’interessato potesse «prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato». Si tratta, specifica l’Ansa, di un processo penale extragiudiziale. Aperto a norma del canone 1364 del diritto canonico, come si evince dal decreto di citazione datato 11 giugno, che prevede una delle accuse più gravi: «L’apostata, l’eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae». L’apertura del procedimento viene spiegata ricordando le «affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con lui e rifiuto del Concilio Vaticano II». È stato lo stesso Viganò a dare notizia della convocazione e del suo procedimento a suo carico. Che non pare spaventarlo, anzi. «Considero le accuse contro di me un onore. Nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa ‘chiesa bergogliana’ perché essa agisce in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo», raddoppia semmai le accuse il monsignore, invitando poi a pregare per «coloro che sono perseguitati a causa della loro fede». Viganò emerse come uno dei più acerrimi oppositori del Papa quando nell’agosto 2018 ne chiese le dimissioni con l’accusa di aver coperto gli abusi su minori operati dal cardinale americano Theodore McCarrick. Teorema che perse presto credibilità, ma l’ex nunzio è da allora diventato uno dei punti di riferimento della galassia tradizionalista all’interno della Chiesa.

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