Azione, è l’ora dello showdown: gli incontri con i renziani e i forzisti, le possibili uscite e le correnti pronte a emergere se Calenda fa un passo indietro
Carlo Calenda è in convalescenza a causa dell’operazione per un’ernia. Era stata posticipata da tempo, così da poter terminare la campagna elettorale. Presto, però, tornerà. E ciò che troverà in Azione sarà un ribollire di correnti interne che pretendono un cambiamento dopo l’esito delle Europee: nessun eurodeputato eletto, soglia di sbarramento nemmeno sfiorata. In vista del congresso in autunno, se il leader dovesse fare un passo indietro, due formazioni si contendono la successione. C’è un’ala popolare, legata al mondo cattolico, le cui file si nutrono di politici provenienti da altri partiti. E c’è la frangia che, invece, vorrebbe Azione collocata permanentemente nel campo del centrosinistra. Nel mezzo, ex ministri insofferenti, esponenti locali accusati di essere degli infiltrati di Italia Viva e una componente che spera nella ricostituzione del Terzo polo.
I tentativi di fuga
Tra i membri di Azione c’è chi, insoddisfatto della strategia che ha portato al 3,35% dei consensi, ha chiesto udienza a Calenda. E c’è chi, constatato l’esito del voto, si sarebbe rivolto ai segretari di altri partiti. Open ha saputo di un incontro che sarebbe avvenuto, dopo la fine dello scrutinio, tra Mariastella Gelmini e Antonio Tajani. Si sarebbe valutata l’ipotesi di un rientro in Forza Italia dell’ex ministra e della senatrice Giusy Versace. Fonti interne agli azzurri, inoltre, spiegano che si è aperta una discussione a riguardo, per valutare i pro e i contro dell’operazione. E non sarebbe l’unico ritorno oggetto di verifiche. Pure Mara Carfagna starebbe patendo la permanenza in Azione. Non da oggi: già qualche tempo fa avrebbe mandato il suo compagno, l’ex deputato Alessandro Ruben, in avanscoperta per sondare la situazione in Forza Italia. Al momento, tuttavia, gli azzurri avrebbero mostrato freddezza verso la ricomparsa degli ex forzisti.
Le fazioni interne
Lasciare Azione, per alcuni, non è la prospettiva. Conquistarne la leadership, invece, sì. E nelle ultime settimane si sono definite due aree. Matteo Richetti guida la prima: il capogruppo alla Camera vuole ricollocare il partito nell’alveo del centrosinistra. In modo stabile, senza cedere alle tentazioni che sono arrivate e potrebbero ripresentarsi nell’ambito di elezioni territoriali. C’è un’area moderata, nel campo delle opposizioni, che ha vinto le Europee. Sono gli amministratori locali, da Antonio Decaro al Sud a Giorgio Gori al Nord-Ovest. Il loro elettorato non combacia con quello della segretaria del Pd Elly Schlein. Ed è lì, afferma chi segue Richetti, che bisogna rivolgersi. Senza paura di schierarsi nettamente su temi come la liberalizzazione della Cannabis, la Palestina e i diritti civili. L’altra corrente che prende forma è animata da Ettore Rosato. Ma non è lui il frontman. Il volto è Elena Bonetti. Due renziani entrati in Azione meno di un anno fa e che, adesso, puntano alla segreteria del partito. Senza disdegnare eventuali accordi con il centrodestra. La loro è la politica dei due forni.
L’intreccio con il congresso di Italia Viva
Lo showdown tra le due correnti si verificherà quando e se Calenda deciderà di fare un passo indietro. L’imminente tornata regionale in Emilia-Romagna potrebbe indicare, sulla base delle alleanze, la direzione verso la quale propenderà il partito. Elezioni che si terranno in autunno, così come il congresso di Azione. Che si intreccia, non solo a livello temporale, con quello di Italia Viva. Due figure stanno emergendo per un riavvicinamento con i renziani. Il primo è Enrico Costa, testimonial del garantismo più puro, al punto da abbracciare spesso le posizioni del centrodestra, da cui proviene. Anche nel suo Piemonte, di cui è commissario, ha spinto per allearsi con la maggioranza, alle ultime Regionali. Costa è, poi, vicinissimo a Luigi Marattin, il quale si è candidato ufficialmente al congresso di Italia Viva. I due, anche dopo la scissione del Terzo polo, hanno continuato a girare il Paese presentandosi insieme a eventi e conferenze. Se Marattin vincesse il congresso dei renziani, la federazione potrebbe essere più vicina. Infine, sembra che pure una combattiva Giulia Pastorella sia pronta a contendere la leadership al congresso. E anche lei, come Costa, auspicherebbe un ricongiungimento tra Azione e Italia Viva.
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