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Perché il Vaticano accusa di scisma monsignor Carlo Viganò: «Satanismo e complotti, il Papa vuole chiudere i conti»

monsignor carlo maria viganò papa francesco vaticano
monsignor carlo maria viganò papa francesco vaticano
Le lettere sulle dimissioni. Il Grande Reset, i complotti globalisti e l'immancabile Soros. Poi la goccia che fa traboccare il vaso dell'acqua santa

C’è una strategia ben precisa del Vaticano dietro l’accusa a monsignor Carlo Maria Viganò. Che naturalmente parte da Papa Francesco. Il quale nel 2019 aveva parlato proprio dei tanti scismi della Chiesa cattolica: «Io prego che non ce ne siano. Ma non ho paura». Giusto un anno prima era apparso il dossier con cui Viganò accusava il Papa di aver coperto il cardinale McCarrick. E si vociferava di uno «scisma americano» in arrivo. Un problema. Da risolvere in qualche modo. Perché la Chiesa riconosce ai vescovi la «successione apostolica». E solo loro possono trasmettere l’autorità ai successori e ordinarli imponendo le mani. Ma è il Papa che li nomina. E quindi senza il suo permesso ogni ordinazione è illecita. Ma valida, secondo gli scissionisti.

Benedetto XVI e i lefebvriani

Per questo, spiega oggi il Corriere della Sera, Benedetto XVI cercò di ricomporre lo scisma con i seguaci di monsignor Lefebvre. Per arrestare l’emorragia di seminari tradizionalisti scismatici, con conseguente ordinazione di preti. Viganò invece ha un piano più ambizioso. Nell’eremo di Sant’Antonio di Palanzana in provincia di Viterbo sta risistemando l’edificio per accogliervi chi contesta il Papa. Ci sono cinque sacerdoti di Familia Christi, altra comunità tradizionalista nel frattempo sciolta dalla Santa Sede. La convocazione di Viganò da parte del Sant’Uffizio somiglia quindi a un cordone sanitario da disporre intorno all’ex nunzio. Anche se c’è chi in Vaticano non è d’accordo. Perché così, è il ragionamento, «si rischia di fargli un favore». Visto che nel frattempo era caduto nell’oblio. Ma evidentemente Papa Francesco ha deciso di chiudere qui la partita con lui.

L’arcivescovo dei complotti

«Monsignor Carlo Maria Viganò è capofila dell’opposizione a papa Francesco, ma ha assunto posizioni talmente estremiste che da tempo non viene più seguito neanche dai cardinali ultra- conservatori e da gran parte della galassia tradizionalista», dice a La Stampa un prelato d’Oltretevere. Viganò, classe 1941, prete dal 1968, contesta le aperture di Bergoglio al mondo Lgbtq+. Ha parlato di «falsi pastori, servi di Satana ad iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro». Imputa a Francesco l’allontanamento dai principi tradizionali della Chiesa. Nel 2018 arrivò a chiedere le sue dimissioni. Ed è un fan di Giorgia Meloni. Dopo la vittoria alle elezioni ha detto: «Possiamo ragionevolmente pensare che la prossima presidente del Consiglio vorrà rivedere le proprie posizioni filoatlantiste e europeiste, tornando ad assumere quel ruolo di vera alternativa di Destra all’egemonia dell’ordoliberismo e della sinistra».

No vax, no Papa, no migranti

Naturalmente non sta accadendo nulla di quanto pronosticato da Viganò. Anzi: la premier ha posizioni filoatlantiste ed europeiste. Ma la realtà per i complottisti spesso è un dettaglio da dimenticare rispetto alle loro aspirazioni. Viganò è finito agli onori delle cronache per una sua lettera inviata a Ratzinger in cui lamentava le ruberie nella Chiesa, subito finita ai giornali. Il Pontefice lo manda a fare il nunzio a Washington, secondo la regola promoveatur ut amoveatur. Ma quando Bergoglio arriva in visita negli Stati Uniti, Viganò gli organizza un incontro con un’impiegata comunale del Kentucky arrestata per aver rifiutato le licenze matrimoniali agli omosessuali. La rottura però arriva con Theodore McCarrick: dell’arcivescovo di Washington vengono alla luce accuse di abusi sessuali.

Le accuse di Viganò

Viganò ne parla al Papa e successivamente lo accusa di voler insabbiare tutto. Ma McCarrick viene invece espulso dal collegio cardinalizio, dimesso dallo stato clericale e alla fine il Vaticano pubblica anche un rapporto sulle accuse nei suoi confronti. Nel corso degli anni apre un blog e continua a scrivere lettere contro il Papa. Dice di tifare per Donald Trump, è simpatizzante di Vladimir Putin e No-vax convinto. A un certo punto si accanisce contro il Grande Reset, i complotti globalisti e l’immancabile George Soros. Quando il Papa decide la benedizione delle coppie gay lo accusa di essere tra i servi di Satana e un usurpatore del trono di Pietro. E anche di favorire la sostituzione etnica attraverso i migranti. Infine c’è la storia del monastero. La goccia che fa traboccare il vaso dell’acqua santa.

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