Alla vedova di Satnam Singh un permesso di soggiorno speciale, parte la raccolta fondi per aiutare la famiglia del bracciante morto

La donna lavorava con il marito nell’azienda agricola in cui è morto. Non avevano alcun contratto né regolare permesso di soggiorno. Erano in Italia da tre anni

Il ministero dell’Interno sta per rilasciare il permesso di soggiorno per motivi di giustizia, dopo il nulla osta dell’autorità giudiziaria, alla moglie di Satman Singh, il bracciante indiano morto in un incidente sul lavoro e abbandonato, mutilato, davanti a casa dal proprietario dell’azienda in provincia di Latina per cui lavorava in nero. Sony, la vedova del 31enne, da 3 anni in Italia, è uscita dall’ufficio passaporti di palazzo M, a Latina. È stata accompagnata nel pomeriggio di venerdì da Hardeep Kaur, segretaria della Flai Cgil di Latina e Frosinone, scrive l’Ansa. In mattinata, la sindaca di Latina Matilde Celentano ha fatto visita alla giovane moglie di Singh: «È stato un incontro che non dimenticherò mai – ha riferito -. Lo strazio di una giovane donna sconvolta dal dolore per la grave perdita, resa ancora più tragica dalla crudeltà dei fatti, mi ha addolorata profondamente, così come ritengo possa addolorare tutta la comunità. Ho sentito il bisogno di fare questa visita per domandare di persona a Soni di cosa avesse più bisogno in questo drammatico momento e lei ha espresso il desiderio di avere accanto a sé sua madre, che vive in India. Mi sono presa carico della richiesta e mi muoverò con le istituzioni competenti per permetterle di avere accanto la sua famiglia», ha concluso. In attesa dei risultati dell’autopsia, è già parere unanime delle istituzioni che Satnam abbia perso la vita per colpa di quelle stesse persone che avrebbero dovuto aiutarlo.


La vicenda

Singh è deceduto ieri all’ospedale San Camillo di Roma dove era ricoverato da lunedì. Un macchinario, utilizzato nella coltivazione di fragole e ortaggi, ora sotto sequestro, gli aveva tranciato un braccio. Il proprietario dell’azienda per la quale lavorava, Antonello Lovato, 38 anni, l’ha abbandonato davanti casa sua, lanciando dal finestrino – ha raccontato la moglie del bracciante – una cassetta della frutta con dentro il braccio amputato nell’incidente. Stando al racconto di un testimone, Lovato – una volta scaricato il corpo del giovane – si sarebbe fatto una doccia, avrebbe lavato il pullmino dal sangue di Singh e cercato due avvocati. Il 38enne è ora indagato per omicidio colposo, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro ed omissione di soccorso. 


La raccolta fondi

Nel frattempo, la Cgil di Roma e Lazio, insieme alla Flai Cgil di Roma e Lazio, la Camera del Lavoro di Frosinone e Latina e la Flai Cgil di Frosinone e Latina, ha lanciato una raccolta fondi per supportare la famiglia di Satnam Singh. È possibile effettuare donazioni tramite bonifico bancario su: Conto BPER intestato alla CGIL di Roma e del Lazio all’iban IT16L0538703207000035325085, con causale: «Fondo sostegno famiglia Satnam Singh».

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