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Nuovo round di nomine nelle partecipate: il governo cerca una quadra su Cdp, Ferrovie, Fincantieri e Rai

21 Giugno 2024 - 14:12 Felice Florio
La cosiddetta logica a pacchetto ha portato l'assemblea dei soci di Cassa depositi e prestiti a rinviare di una settimana la scelta del cda. E la partita si fa più complessa dopo la morte di Graziano

Sette giorni in più per decidere la nuova composizione del consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti. L’assemblea dei soci della partecipata del ministero dell’Economia ha rimandato di una settimana l’appuntamento. La data da segnare sul calendario è quella del 27 giugno. E non appare una casualità la coincidenza con il giorno in cui si rinnoveranno anche i vertici di Ferrovie dello Stato. Serve ancora del tempo per definire la cosiddetta logica a pacchetto, tenendo conto della partita ancora aperta per altre due aziende di Stato: la Rai, dove l’annunciata staffetta tra Roberto Sergio e Giampaolo Rossi è ancora da suggellare, e Fincantieri, tornata al centro delle trattative per la morte del presidente Claudio Graziano.

Cassa depositi e prestiti

Il negoziato sul braccio finanziario dello Stato italiano è decisamente più sviluppato degli altri. Si procede verso una riconferma del duo di vertice Dario Scannapieco e Giovanni Gorno Tempini, il primo come amministratore delegato e il secondo come presidente. Su Gorno Tempini è arrivato il benestare delle Fondazioni bancarie – che detengono la seconda quota di Cdp – a cui spetta la nomina del presidente. Il tandem con Scannapieco per il futuro appare solido, vista anche la delicatezza della stagione delle privatizzazioni avviata dal governo. Giancarlo Giorgetti ne è al corrente e, per questo, avrebbe accettato l’idea della continuità. L’uomo che fu scelto da Mario Draghi si è conquistato, poi, anche il sostegno di Giorgia Meloni e Giovanbattista Fazzolari.

Ferrovie dello Stato

Sulle ferrovie Matteo Salvini può vantare su una sorta di prelazione, vista la competenza del dicastero da lui guidato. E sarebbe pronto a ricoprire il ruolo di amministratore delegato Stefano Donnarumma, ex ad di Terna. Piace al segretario della Lega e non è distante da Fratelli d’Italia, anzi: nel 2022, quando ancora c’era Draghi, partecipò alla conferenza programmatica del partito di Meloni, che si tenne a Milano. Donnarumma sostituirà Luigi Ferraris che, salvo sorprese, dovrebbe passare al comando di Netco, la società che si occuperà della rete ex Tim. Per la presidenza di Ferrovie dello Stato sarebbe in pole Tommaso Tanzilli, attualmente membro del consiglio d’amministrazione della società e vicino a Fratelli d’Italia. In questo caso, però, la sfida sembrerebbe più aperta, visto che a contendersi il posto ci sono almeno altri due nomi: Stefano Cuzzilla, presidente di Trenitalia e membro nel consiglio di amministrazione di Cdp Venture Capital, e Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.

Rai

Il prossimo assetto dei vertici Rai vedrebbe la “promozione” dell’attuale direttore generale Giampaolo Rossi – in quota Fratelli d’Italia – ad amministratore delegato. Sostituirebbe Roberto Sergio. Quest’ultimo, in una staffetta già annunciata, dovrebbe prendere a sua volta il posto di Rossi. Fonti informate, tuttavia, sostengono che sia ancora prematuro confermare lo scambio di caselle: il tavolo potrebbe diventare scivoloso in prossimità del 19 luglio, quando la Rai presenterà i nuovi palinsesti. La presidenza di viale Mazzini, invece, pare già opzionata da Forza Italia, che avrebbe individuato Simona Agnes per il ruolo. Sugli altri membri del cda scelti dalla politica, la Lega punterebbe su Alessandro Casarin o Antonio Marano, mentre le opposizioni devono ancora chiudere l’accordo su un nome. Il quinto membro del cda (escludendo il presidente) sarà invece scelto dall’assemblea dei dipendenti Rai.

Fincantieri

Luzi, il cui nome viene ventilato per Ferrovie, potrebbe ricoprire anche l’incarico in Fincantieri, rimasto scoperto dopo la morte del generale Graziano. La consuetudine di assegnare la presidenza del gruppo cantieristico a un uomo della Difesa sarebbe così rispettata. Se fosse nominato, il governo dovrà trovare il successore di Luzi alla guida dell’Arma. Ad ogni modo, il comandante dovrebbe lasciare la guida dei Carabinieri il prossimo ottobre, per scadenza naturale del mandato. A succedergli, ha scritto il Foglio, dovrebbe essere il generale Salvatore Luongo, nominato su proposta di Guido Crosetto – qualche giorno fa – vicecomandante dell’Arma. Tornando a Fincantieri, un altro nome chiacchierato per il post Graziano è quello di Francesco Talò, ambasciatore e già consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, dimessosi dopo lo scherzo telefonico dei due comici russi che hanno teso una trappola a Meloni. Il cda dell’Ispi, approdo che era dato per certo dopo le dimissioni, si è opposto all’assegnazione della presidenza a Talò, preferendogli Franco Bruni.

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