Ballottaggio a Lecce, si apre il caso Emiliano: il centrodestra lo accusa di aver violato il silenzio elettorale e presenta un esposto in Procura

I partiti che sostengono Poli Bortone hanno inviato anche una lettera al prefetto. Il Pd difende il governatore, Stefanazzi: «Nel rispetto delle norme, ha solo incontrato a porte chiuse alcuni amici»

Manca pochissimo alle ore 7 di domenica 23 giugno, quando a Lecce saranno riaperte le urne elettorali. Servirà il ballottaggio a stabilire chi tra Carlo Salvemini, del centrosinistra, e Adriana Poli Bortone, del centrodestra, sarà il prossimo sindaco del capoluogo salentino. A dispetto della norma sul silenzio elettorale, che è già entrato in vigore, sulla tornata cittadina è scoppiato il caos. I recinti della comunicazione sono stati divelti e, da Roma in giù, i politici nazionali e locali stanno commentando una vicenda che riguarda Lecce e che ha come protagonista Michele Emiliano. Il presidente della Puglia, la mattina del 22 giugno, ha avuto un incontro «a porte chiuse» con «alcuni amici appartenenti a diverse categorie sociali e professionali per parlare anche del ballottaggio a Lecce». Lo racconta in una lettera indirizzata al prefetto il deputato Claudio Stefanazzi, anche lui esponente del Partito democratico.


La ricostruzione del centrodestra

Non è la prima missiva a essere recapitata, oggi, nella casella postale del prefetto. Prima di Stefanazzi, erano stati i partiti e i movimenti del centrodestra leccese a scrivergli. Sollevando il caso di una presunta violazione del silenzio elettorale. «Una gravissima violazione delle norme», mettono nero su bianco, «tanto più grave perché proviene da una figura istituzionale, il presidente della Regione, che dovrebbe essere figura di garanzia dell’intera popolazione pugliese». Emiliano, secondo i suoi delatori, non avrebbe avuto remore «nel convocare i primari dell’ospedale di Lecce per indurli a votare il candidato di centrosinistra Salvemini, dimostrando che la sanità pubblica pugliese, lungi dall’essere al servizio dei cittadini, indipendentemente dalle loro identità politiche, è diventata solo ed esclusivamente uno strumento di potere politico, con tutto ciò che ne consegue in termini di terzietà e credibilità».


L’intervista alla tv locale

Un’accusa pesantissima, che si conclude con un invito al prefetto affinché intervenga per «ripristinare il rispetto delle leggi che regolano la materia e soprattutto, la regolarità della competizione politica in essere nella città di Lecce». La candidata Poli Bortone fa un passo ulteriore e annuncia che presenterà un esposto in procura. Anche perché la faccenda si è complicata in quanto Emiliano, all’uscita dall’incontro, non ha negato le sue risposte a un cronista di un emittente locale che l’ha avvicinato. Stefanazzi sostiene che si è trattato «solo di cortesia», fornendo per altro una risposta in cui «ha chiarito in maniera cristallina il motivo dell’incontro». Per Poli Bortone, invece, la spiegazione dei Dem altro non è che un tentativo «di limitare la libertà di stampa, mettendo in discussione la correttezza dei giornalisti della tv locale che ha registrato l’intervista. Chiedere rispetto delle norme vigente non significa avvelenare il clima. E a questo punto il passaggio di domani in Procura sarà fondamentale e imprescindibile».

Pioggia di lettere, esposti e interrogazioni parlamentari

Di avvelenamento del clima aveva parlato, prima di lei, Stefanazzi. Quest’ultimo, nella lettera al prefetto, rilancia: «Ci sarà un’interrogazione parlamentare per chiarire come sia stato possibile che, con la dicitura messaggio elettorale a pagamento, solo pochi giorni fa sia stato consentito alla senatrice Poli Bortone di occupare per 1 ora e 30 minuti una trasmissione senza contraddittorio di sorta. La misura è colma. Affronteremo nelle sedi opportune questa deriva propagandistica». Sulla vicenda si esprimono diversi deputati e senatori. Tra loro, Roberto Marti della Lega Saverio Congedo di Fratelli d’Italia decidono di diramare una nota congiunta: «Emiliano ha ben pensato di approfittare del suo ruolo istituzionale per andare a caccia di voti. Avrebbe potuto farlo, legittimamente, partecipando a comizi e mettendoci la faccia in pubblico nei tempi consentiti. Invece si muove di nascosto, utilizzando canali che avrebbe dovuto attivare per risolvere i problemi del servizio sanitario leccese». Anche loro presenteranno un’interrogazione parlamentare.

Gasparri accusa Emiliano di scarso senso della legalità

«Chi è Emiliano il Presidente della Regione Puglia?», si domanda Maurizio Gasparri. «Un prepotente che un giorno va a trovare a casa la sorella del boss e un altro fa un’altra cosa. Ad esempio ora, mentre non si può più svolgere la campagna elettorale, incontra a Lecce i capi della sanità salentina che dipendono da lui. Una chiara interferenza elettorale che dimostra, ancora una volta di più, l’arroganza di questo personaggio che calpesta ogni regola di buona condotta. Un prepotente. Un cattivo esempio. Uno che si presenta sui palchi con accanto un prete, che ha definito qualche giorno fa un criminale il ministro dell’Interno. E non fa una pubblica dichiarazione di presa di distanza». Il capogruppo di Forza Italia al Senato ne ha anche per l’ex sindaco di Bari: «Questa sortita oggi nel leccese è l’ennesima prova di quale sia il senso della legalità di Emiliano. In chiara violazione delle regole elettorali e con chiari scopi di acquisizione di consenso. Emiliano è peggio perfino di Antonio Decaro».

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