Paolo Calissano, chiuse le indagini sul suo tutore legale: «Sottrasse 500 mila euro all’attore»

Calissano morì nel 2021 per una intossicazione da antidepressivi. Per 13 anni fu assistito da Matteo Minna, finito in manette: secondo i pm di Genova raggirò anche altre tre persone

A tre anni dalla morte di Paolo Calissano, l’attore scomparso il 29 dicembre 2021 per una intossicazione da farmaci antidepressivi, e a sette mesi dagli arresti dall’amministratore di sostegno che ne curò il patrimonio dal 2006 per 13 anni, si sono chiuse le indagini della procura di Genova sull’avvocato Matteo Minna. Secondo i pm liguri, che hanno scandagliato conti correnti e movimenti bancari, il tutore legale raggirò l’attore e altre tre persone per un totale di 800mila euro. Mezzo milione i soldi sottratti solo a Calissano, secondo gli inquirenti che si sono mossi su impulso dell’esposto presentato dai familiari, a partire dal fratello Roberto, tramite la legale Santina Ierardi. I suoi parenti si erano insospettiti sia da prelievi di denaro che da operazioni economiche. Minna si trova ai domiciliari per peculato aggravato, falso ideologico e falsa perizia, ed è indagato anche per circonvenzione di incapace: grazie alle sue procure, avrebbe organizzato la compravendita di società per nascondere i movimenti di denaro. Il tribunale di Genova aveva nominato Minna amministratore di sostegno di Calissano, dopo le vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto. Nel 2005 infatti l’attore, noto volto della tv negli anni Novanta e Duemila, fu condannato a quattro anni di reclusione per cessione di stupefacenti dopo la morte di una donna per overdose di cocaina nella sua abitazione. Nel 2008 fu trovato alla guida positivo alla polvere bianca dopo un incidente e scontò la pena in una comunità di recupero dalla tossicodipendenza.


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