Incidente in via Laurentina, la madre della 13enne morta: «Non le ha fatto indossare la cintura di sicurezza»

L’accusa a carico della donna, formulata dalla Procura alla chiusura delle indagini, è omicidio stradale per omessa vigilanza

Nella notte tra sabato 4 novembre e domenica 5, un incidente avvenuto in via Laurentina a Roma è costato la vita a una 13enne, Gaia Menga. La ragazzina si trovava a bordo di un’auto, che si sarebbe ribaltata più volte a ridosso della rotatoria con via Giovanni Gutenberg. Avrebbe potuto salvarsi, se avesse indossato la cintura di sicurezza? Gli inquirenti sostengono di sì. Ed è per questo che la madre della ragazzina, Giada Gerundo, presente con lei in macchina, è stata iscritta nel registro degli indagati. L’accusa a suo carico, formulata dalla Procura alla chiusura delle indagini, è omicidio stradale per omessa vigilanza. Anche un’altra persona, come lei, rischia di finire a processo, in quanto indagata: è Betty Sorsile, l’amica 33enne di Geruno, colei che quella sera era al volante della macchina. E che perse il controllo del mezzo.


I fatti

Quella notte, le tre stavano facendo ritorno a casa dopo aver cenato ad Anzio. Era circa l’una del mattino, aveva cominciato a piovere. Prima dell’incidente, la macchina stava viaggiando a 80 km all’ora: un livello superiore a quello consentito in quel tratto di strada. Adesso, sia Gerundo che Sorsile, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, hanno chiesto di essere ascoltate dal pm Margherita Pinto nell’interrogatorio di garanzia. Solo pochi mesi prima della tragedia, Sorsile aveva visto morire l’uomo che amava, il suo futuro marito. Ed era accaduto sempre per colpa di un incidente d’auto, in cui a guidare era lui. Per questo, la 33enne sostiene di aver adottato massima prudenza: avrebbe bevuto solo un bicchiere di vino a cena. Ma la strada buia e bagnata, la velocità sostenuta, e la mancata verifica della cintura a bordo hanno portato, secondo gli inquirenti, alla tragedia.


Leggi anche: