Lo sfogo dello zio di Giulia Cecchettin dopo la confessione di Turetta: «Spero che la tua famiglia ti abbandoni ai tuoi incubi peggiori»
Mai come in questo momento per lo zio di Giulia Cecchettin sembra quasi impossibile pensare di rispondere alla famiglia di Filippo Turetta. Dopo i dettagli emersi dagli interrogatori del ragazzo, in carcere per l’omicidio della sua ex fidanzata l’11 dicembre scorso, Andrea Camerotto, si sfoga sui social: «La famiglia Turetta ci ha contattati chiedendo di perdonare Filippo. Io non ho mai risposto e non nego che, in questo momento, non sono disposto a perdonare». Come riporta il Gazzettino, il fratello della mamma di Cecchettin, scomparsa per un cancro un anno prima della morte di sua figlia, aggiunge: «Spero che la tua famiglia ti abbandoni a te stesso con i tuoi incubi peggiori. Altrimenti a quel messaggio di sei mesi fa non ha senso che risponda».
Il messaggio a cui si riferisce lo zio di Giulia Cecchettin era partito dalla famiglia Turetta, che aveva chiesto di perdonare Filippo. Dallo scorso novembre, la famiglia ha deciso di non rilasciare più dichiarazioni pubbliche, pur mantenendo aperti i contatti con la famiglia Cecchettin. Camerotto poi spiega: «So che i genitori di Flippo hanno scritto a Gino in occasione delle festività, e che hanno tentato anche con lui un approccio, chiedendogli di perdonare il loro figlio. Non so cosa abbia risposto lui, ma hanno scritto anche a me e io no ho mai risposto. Non voglio incolpare i genitori di Filippo e credo non voglia farlo nemmeno Gino, spero che il loro sia un tentativo di avvicinamento dettato da un sincero strazio e non un modo per tentare di difendere l’indifendibile per alleggerire la posizione del loro figlio». Camerotto quindi conclude: «Il perdono arriverà nel momento in cui non tenteranno di portare Filippo fuori dal carcere o comunque di non fargli scontare la pena che gli spetta. Devono appoggiare al 100% la nostra famiglia, solo in quel caso potremo parlare di perdono».
Camerotto evita di commentare quel che è emerso dagli interrogatori di Turetta, con i dettagli su come aveva pianificato e deciso di uccidere Giulia Cecchettin. Lui così come il resto della famiglia dice di voler trasformare, per quanto possibile, la loro tragedia in un aiuto per le «altre Giulie». E così davanti alle ultime durissime informazioni, Camerotto dice: «Non vogliamo ricordare Giulia nelle immagini delle telecamere della Nave de Vero, accanto al suo assassino. Per noi Giulia è nelle foto che aveva mandato alla sorella quella sera, quando si era provata i vestiti che avrebbe dovuto indossare per la sua laurea. Era così contenta. Custodiamo quelle immagini come solo una famiglia sa fare». Lo zio di Giulia Cecchetin si riferisce alle foto mandate dal centro commerciale alla sorella, ancora ignara di quel che le sarebbe successo. «Non è piacevole per la nostra famiglia leggere certi particolari -conclude Camerotto – Gino sa sicuramente di più di me ma io non mi permetto di chiedergli se lui per primo non se la sente di parlare. L’importante per noi ora è avere fiducia nella giustizia e guardare avanti, come sta facendo Gino con la fondazione in nome di Giulia».
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