Le elezioni comunali e il caso Casal di Principe: la sfida degli omonimi Corvino si chiude con una differenza di 9 voti e 200 schede nulle

È probabile che la candidata sconfitta farà ricorso: bisognerà aspettare il riconteggio per sapere chi sarà il sindaco del comune casertano

Casal di Principe è un comune italiano di circa 21 mila abitanti. Negli anni, il suo nome è stato legato soprattutto al destino del clan camorristico “casalese” e a quello del suo capo, il sanguinario Francesco Schiavone, detto Sandokan, oggi in carcere. Nelle due settimane tra il primo e il secondo turno delle comunali, qui si è svolta una marcia anti camorra, perché dopo anni di relativa calma, in questi giorni sono tornati a risuonare colpi di pistola (proprio contro l’abitazione dei figli del boss, poi arrestati a Napoli). Il sindaco uscente, Renato Natale, ha deciso di organizzare una manifestazione proprio in seguito a quei fatti, chiedendo aiuto alle istituzioni perché la città non precipiti di nuovo nel terrore. E’ presto per dire l’impatto del suo appello che, di certo, non ha chiamato in massa i residenti a votare. Dei 17 mila aventi diritto di voto, poco meno la metà si è recata al seggio per i ballottaggi: 8.346 votanti, per un’affluenza del 49,08%. Quella appena conclusasi è stata un’elezione particolare, a partire dal singolare caso di omonimia dei due candidati approdati al secondo turno: Ottavio Corvino, supportato da tre liste civiche, contro Elisabetta Corvino, anche lei appoggiata da tre civiche. Per avere l’ultima parola su chi guiderà la città per i prossimi cinque anni, tuttavia, potrebbe essere necessario un riconteggio. La dirigente Elisabetta Corvino starebbe valutando di fare ricorso, avendo perso il secondo turno per appena 9 voti: 4.049 lei, contro i 4.058 di Ottavio Corvino. Un margine risicatissimo, alla luce delle oltre 200 schede considerate nulle e che, nel corso di una seconda valutazione, potrebbero ribaltare l’esito della consultazione.


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