Il viaggio nello spazio della navicella Boeing: ritardi, problemi tecnici e perdite. Il ritorno degli astronauti rinviato a data da destinarsi
Gli astronauti Butch Wilmore, 61 anni, e Sunita Williams, 58, dovranno aspettare più del previsto per riabbracciare i loro famigliari. Sono infatti a bordo della Starliner, la nuova navicella della Boeing. E si sono imbarcati in un viaggio dalla partenza difficile e la conclusione ancora più problematica. La missione era infatti iniziata il 5 giugno, ma i primi due lanci durante il conto alla rovescia si erano risolti in un nulla di fatto a causa di problemi tecnici. Erano infine riusciti a raggiungere la Stazione spaziale internazionale a 400 chilometri di altitudine dopo un giorno di viaggio, perdendo elio da 3 valvole, e con 5 motori su 28 che funzionavano a singhiozzo. Il ritorno era inizialmente previsto dopo due settimane, ma dal 13 giugno era stato rimandato al 18, poi al 22. Nemmeno quella data, però, tutti i controlli erano completi: il ritorno di Starliner sulla Terra è stato infine posticipato a data da destinarsi.
La cautela
Repubblica racconta come le disavventure del viaggio di andata abbiano convinto Nasa e Boeing a usare cautela. «Stiamo seguendo il nostro processo standard di gestione della missione», ha detto Steve Stich, manager del programma della Nasa per i voli commerciali. «Stiamo lasciando che siano i dati – ha proseguito – a guidare le nostre decisioni in merito alla gestione delle piccole perdite del sistema dell’elio e delle prestazioni dei propulsori che abbiamo osservato durante l’attracco».
La missione
I due astronauti della Starliner (e veterani della Nasa) continueranno così a far parte dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale e dell’attuale missione Expedition 71 almeno fino al 2 luglio. Il rinvio, in sé, non sembra essere un problema. Secondo i tecnici, infatti, i rifornimenti sono abbondanti. La cambusa della Stazione è piena, l’agenda degli impegni dell’equipaggio è libera fino ad agosto. Il danno è principalmente quello di immagine, per Boeing: le disavventure spaziali fanno infatti il paio con qualche problema degli aerei appartenenti all’azienda. A gennaio, per esempio, un 737 Max nuovo dell’Alaska Airlines aveva perso un portellone in volo.
I problemi di Boeing
Sam Salehpour, un ingegnere della casa aeronautica americana, ha dichiarato di fronte a un comitato del Congresso Usa che in azienda è meglio non parlare di possibili problemi di sicurezza. Chi lo fa, nel migliore dei casi viene ignorato. Nel peggiore, minacciato. Le notizie degli ultimi giorni non preoccupano solo Boeing, ma anche la Nasa. L’agenzia spaziale Usa, infatti, nel 2014 aveva puntato su due aziende private per la costruzione delle navicelle: SpaceX e Boeing. Ma se la prima è riuscita a raggiungere la Stazione Spaziale nel 2020, con astronauti a bordo, la seconda sembra arrancare.
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