Samuel Mariño, il soprano maschio dalla voce prodigiosa: «Sono fluido, diventerò il paladino del melodramma transgender»

«Quando sto sul palco è la reazione della platea che mi interessa. Perché faccio arte viva, non cose da museo»

Samuel Mariño ha una voce prodigiosa e 140 mila follower su Instagram: tanti per un cantante d’opera. IL venezuelano canta da soprano con voce piena e spesso si presenta in scena abbigliata da prima donna. «Sono fluido, ma non c’è da stupirsene in un millennial quale sono», dice oggi in un’intervista a Repubblica. Sarà al Museo del Violino di Cremona per il Monteverdi Festival: «A Cremona ho interpretato per lo più arie super difficili del repertorio di Farinelli, il più celebre castrato del Settecento, ma pure arie barocche scritte per cantanti donne. Infatti la mia voce mi permette di essere credibile tanto nelle une quanto nelle altre. E, a dire il vero, quelle femminili le prediligo. Al punto che oso spingermi fino alle fragili figure muliebri del romanticismo».


Una voce prodigiosa

In un video lo si vede cantare La sonnambula di Bellini: «Mi immedesimo così tanto nelle fanciulle dei melodrammi poiché punto all’espressività, a esternare tutto quel che sento, e ogni inflessione del mio animo tento di tradurla, per mezzo della voce, in petali di fiore. Perciò anche del repertorio barocco adoro più le parti femminili, emotive, profonde, di quelle concepite per i castrati, che all’epoca incarnavano il macho eroico, fiero, salvatore». Fa parti da donna, ma i critici, dice, non li legge: «Quando sto sul palco è la reazione della platea che mi interessa. Perché faccio arte viva, non cose da museo. E comunque so bene che non si può piacere a tutti». Si sente il paladino del melodramma transgender: «L’opera esibisce emozioni estreme, tristezza, amore, gioia, comuni a ogni individuo, indipendentemente dal sesso di chi le canta e di chi le ascolta».


Prince e Michael Jackson

Mentre i suoi outfit sfavillanti «servono per fare spettacolo. L’opera non è solo canto, va vista, e oggi deve colpire tanto più chi la segue nei video e via social. Per i miei abiti di scena mi ispiro ai look anni 80 di Prince e Michael Jackson, due miti per me». Anche se da giovane le cose non sono state semplici: «Un dramma. Tutti mi bullizzavano. Coetanei maschi e femmine, perfino gli insegnanti delle superiori. E se gli adulti mi deridevano, dai ragazzi ricevevo anche botte. Ancora oggi, che ho trent’anni, mi fa star male ripensare ad allora, alle violenze psichiche e fisiche avvenute per anni, ogni giorno». Mentre i medici gli dicevano «che per qualche ragione la muta non era avvenuta appieno. Suggerivano un’operazione che forse avrebbe rimesso tutto in sesto. Uno consigliò di dedicarmi all’opera».

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